lunedì 15 novembre 2010

Il sacrificio lo fanno sempre e solo gli animali


Martedì 16 novembre si svolgerà in tutto il mondo la tradizionale “festa” islamica del sacrificio (Eid-Al-Adha), evento che rievoca il più noto episodio biblico del “sacrificio di Abramo” e durante il quale verranno uccisi senza stordimento milioni di capi ovini, caprini e bovini.
Crediamo vada sottolineato innanzitutto l'obbligo per la comunità islamica di rispettare le leggi sanitarie vigenti: il sacrificio può essere eseguito solo nei macelli pubblici o in aree allestite all'aperto per l'occasione e sotto la supervisione di veterinari. Ogni forma di macellazione clandestina compiuta al di fuori delle strutture autorizzate costituisce reato nello stesso modo in cui è reato il maltrattamento di animali. Questo concetto d'altra parte dovrebbero ricordarselo anche molti trentini che con grande tranquillità allevano e macellano nel cortile di casa, grazie anche alla superficialità di chi dovrebbe avere la competenza di prevenire impedire e sanzionare tali situazioni.

Anche Ezzedin el-Zir, presidente dell'Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii), ha lanciato un appello contro le macellazioni illegali di agnelli; "La tradizionale macellazione dei montoni – ha spiegato el-Zir - deve essere compiuta nello scrupoloso rispetto delle norme igienico-legali che regolano la materia. Al di fuori di queste regole ci si espone a rischi per la salute oltre che al sequestro delle carni e a sanzioni amministrative"

Crediamo poi debba far riflettere quanto affermato dal Comitato Nazionale per la Bioetica:

“ Il fatto che un determinato comportamento costituisca una manifestazione della libertà religiosa non lo rende automaticamente lecito o moralmente accettabile. La libertà religiosa, quando si traduce in comportamenti esterni, deve rispettare alcuni limiti, in particolare quelli che riguardano la protezione dei diritti e delle libertà altrui, l'ordine pubblico, la salute e la morale pubblica: in questo contesto assume rilievo anche l’attenzione verso i bisogni di quei particolari “pazienti morali” che sono gli animali, in quanto destinatari passivi di obblighi giuridici e morali da parte degli uomini. In concreto questi limiti vengono applicati mediante un giudizio di comparazione tra la libertà religiosa e gli altri valori tutelati dal nostro ordinamento giuridico, valutando di volta in volta se una specifica manifestazione della libertà religiosa non sia in contrasto con altre esigenze fondamentali.”

Al di là di questi aspetti, comunque importanti per chi cerca di salvaguardare i diritti degli animali, ci chiediamo come l'uomo possa davvero pensare di onorare Dio uccidendo le sue creature e riportiamo volentieri un pensiero colto al volo nel bel libro di Jonathan Safran Foer, "Se niente importa":

"..quando un'azienda che si proclama kosher viola la proibizione di tza'ar ba'alei chayyim, provocando sofferenza a una delle creature viventi di Dio, quell'azienda deve risponderne davanti alla comunità ebraica e, in definitiva, davanti a Dio (...) perchè insistere sul fatto che a Dio importi solo della sua legge rituale e non della sua legge morale vuol dire profanarne il Nome"

..indipendentemente da come chiamiamo il nostro Dio

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