sabato 28 marzo 2009

Maya muore a Folgaria per i bocconi avvelenati.

Un altro triste caso di avvelenamento da bocconi. Di nuovo nella zona di Folgaria già toccata da certi eventi (indicato anche nell'articolo dell'Adige).
Maya, incrocio pincher, muore per bocconi alla stricnina e lascia i suoi padroni nel dolore.
Domani il triste aggiornamento della mappa, l'invio delle informazione a "Veneto contro i bocconi avvelenati", la lettere al Sindaco nell'ennesima speranza che faccia fede alla recente disposizione, lettera all'associazione cacciatori Trentini (alla quale chiediamo per l'ennesima volta un incontro).
Noi continuiamo.

Spegni la luce! Per un'ora dalle 20:30 alle 21:30

"Un'ora per la Terra. Sabato 28 marzo tutto il mondo spegne la luce per sessanta minuti. È l'Earth Hour, un'iniziativa del Wwf contro i cambiamenti climatici che attraverserà il mondo in 25 diverse fasce orarie, dalle coste del Pacifico a quelle dell'Atlantico: si comincia alle 7.45, ora italiana, quando si spegneranno le Chatham Islands, un piccolo arcipelago al largo delle coste neozelandesi, poi sarà la volta di Sydney, Pechino, Tokyo, Bangkok, Nuova Delhi, Mumbai, passando per Roma, Parigi, Atene, Madrid, Budapest, Copenaghen e finire a ovest con Rio de Janeiro, New York, San Francisco. L'ultima a spegnere la luce, Las Vegas."



A San Benedetto, la rondine sotto il tetto.

Mi è stato così difficile trovare ultimamente un nido di rondini, che questa volta sono stata costretta ad inserire un disegno. 
Purtroppo le rondini sono animali stupendi che stanno soffrendo per tutte le modifiche ambientali causate dall'agricoltura intensiva, da un'urbanizzazione "selvaggia", dal recupero dei vecchi casali e persino dall'abbandono di certe zone rurali (non per ultimo da certi comportamenti sconsiderati).
Questa magnifica compagna delle nostre primavere è sempre più a rischio. Alcuni comuni italiani hanno adottato la delibera Salvarondini che impedisce la distruzione dei nidi. 
Segnalateci avvistamenti di rondini nel vostro comune oppure problemi di cui siete stati testimoni. Indicateci i comuni (immagino quelli nella parte più a sud del Trentino) che hanno adottato questa delibera. Segnalateli a noi oppure alla Lipu.
trento@oipaitalia.com

martedì 24 marzo 2009

Anche a scuola no! Altrimenti si tengano lezioni di rispetto e gestione degli animali.

da il TRENTINO

22 MARZO 2009

 

I cacciatori a scuola: allora tocca a noi

 

Caterina Rosa Mongioì

 

Mezzocorona (TN) - Quasi un anno è passato da quando, l’anno scorso, la mia bambina, che allora frequentava la classe quarta presso la scuola elementare di Mezzocorona, ricevette la comunicazione della “lezione” di due ore, comprensiva di filmato, da parte dell’Associazione Cacciatori di Trento, con la visita in aula di due guardiacaccia, che di tale associazione sono espressione. Mi attivai subito per conoscere le motivazioni didattiche di tale, discutibile, scelta. Come semplice mamma, mi fu subito chiarito che sulle scelte pedagogiche delle insegnanti non potevo permettermi alcuna interferenza. Con il tempo e la calma, ho compreso che l’infelice scelta fu, probabilmente, frutto d’ingenuità e fraintendimento, avendo confuso la figura del guardiacaccia con quella della guardia forestale. Ciò non toglie che la “lezione” fu tenuta, e riguardava il “Progetto Rudy” volto a fornire all’attività venatoria, un’immagine, posticcia, di attività compatibile con la salvaguardia ambientale. L’anno scorso, chiesi di poter ottenere una “lezione compensativa” di ben altra matrice, da una delle innumerevoli associazioni di protezione degli animali e dell’ambiente, espressione della sempre più ampia diffusione di miti, sani e rispettosi comportamenti, veramente virtuosi, ma sia l’allora Preside, che l’attuale, mi rifiutarono tale dovuta riparazione. La prima si nascose dietro la, presunta, liceità della caccia dal momento che è legale, e il secondo affermando che “a scuola non c’è la par condicio” e non si possono presentare le opinioni di tutte le associazioni.  Mi permetto di affermare che, ciò che è legale oggi, non sarà legale domani, poiché è, e rimane, immorale. Comunque, una lezione, palesemente di parte, è stata tenuta, e una visione è stata proposta, senza contraddittorio. Chiunque si presenti a una classe scolastica con il ruolo di tenere una lezione, è automaticamente rivestito di attendibilità, anche se non la merita.  Ritengo, quindi, mio dovere di madre e di cittadina attenta all’evoluzione positiva, democratica e pacifica della società, di richiedere, almeno, un’altra lezione di matrice opposta, di due ore e con filmato, tenuta proprio dall’associazione che mi onoro di rappresentare in Trentino, la LAC , Lega per l’Abolizione della Caccia, entro il corrente anno scolastico avendo già atteso fin troppo e con tanta, tanta, pazienza per un anno intero. Lega per l’abolizione della caccia  

domenica 22 marzo 2009

Tutto un pelo (Adottato. Auguri!)




Grazioso maschio taglia piccola (mamma pincher-papà sitzu), nato il 01/05/2008, vivace,simpatico, giocherellone.

venerdì 20 marzo 2009

Campagne contro l'abbandono

Qui, tutte le informazioni messe in rete dal Ministero della Salute.
(da IL TRENTINO del 19 marzo. Quando davano notizia su un nuovo ALLARME a Trento. Da "come tutte le parole hanno un peso".)

Il progetto "altro che bastardi" a Treviso.

IL CENTRO

18 MARZO 2009

 

I baby detenuti imparano a educare i cani abbandonati

 

TREVISO. Sessanta ore per educare i cani randagi a vivere in comunità e insegnare agli «educatori» pazienza e autocontrollo. Sono le linee portanti di un progetto incrociato fra l’Istituto penale per i minorenni di Treviso, il canile sanitario dell’azienda Usl n.9, la Protezione animali, la Lega antivivisezione, la Usip e un centro cinofilo privato. Un progetto per stimolare nei giovani le migliori potenzialità educative che una simile convivenza può esprimere. Da un lato, spiegano i promotori, si tratta di addestrare i cani alle regole base della convivenza da osservare nelle famiglie adottanti. Dall’altro, per i ragazzi, affinare qualità come la pazienza, l’accettazione delle frustrazioni e l’autocontrollo, ma anche lavorare in gruppo, acquisire capacità organizzative e sperimentare valori quali il rispetto, la lealtà e l’accettazione dei propri limiti. Inoltre potrebbe aprirsi la possibilità, per i ragazzi detenuti, una volta espiata la pena, di approfondire le tecniche di addestramento in vista di un eventuale lavoro. Il progetto, chiamato «Altro che bastardi», vede impegnati un istruttore cinofilo e una operatrice Uisp che guidano 4 ragazzi del ’Minorile’ nell’educazione di 4 cani. 

mercoledì 18 marzo 2009

Se certi nostri comportamenti fossero comportamenti animali...

Una notizia diversa da quelle che abitualmente caratterizzano il nostro blog. Ma mi è piaciuta e vi faccio partecipi...

ANSA AMBIENTE

18 MARZO 2009

 

ARGENTINA; MEL, ORCA PATAGONIA, CACCIA PER GLI AMICI

 

BUENOS AIRES - L'orca 'Mel' e' ritornata nei giorni scorsi sulle coste argentine della penisola di Valdes per cacciare leoni marini e condividerli con un compagno inesperto: a riferirlo sono gli abitanti del luogo, che da anni seguono il comportamento del tutto particolare dell'animale. Cinquant'anni sono piu' o meno l'aspettativa di vita di un orca, ma 'Mel', avvistata per la prima volta nel 1975 e battezzata Melanie perche' creduta erroneamente femmina, non sembra soffrire troppo l'eta'. Nei giorni scorsi, e' infatti apparsa nuovamente nei dintorni di Punta Norte, (costa sud-orientale argentina), luogo - ricordano gli esperti - che ha frequentato con regolarita' per tutta la vita, attirata dalla ricchezza di leoni marini che lo caratterizza. La tecnica di caccia di un'orca consiste nell'arenarsi sul bagnasciuga roccioso, facendo uscire dal pelo dell'acqua solo la meta' anteriore del corpo. Poi, con un rapido movimento, il predatore azzanna il leone marino a portata, nella maggior parte dei casi un esemplare giovane e leggero, facili da trascinare in acqua. Ieri, davanti alle macchine fotografiche di alcuni reporter argentini, 'Mel' ha messo la sua tecnica esperta al servizio di un amico che la accompagnava. Azzannato il leone marino, si e' avvicinata all'altro esemplare per permettergli di mangiarne un po'.


da : "il gruppo Bairo onlus"

Possibili patentini per i padroni di cani.

CANI RANDAGI: MARTINI, PATENTINI PER I PADRONI

Istituire per la prima volta in Italia un patentino per i padroni dei cani. Il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, intervenendo alla trasmissione 'Cominciamo bene' su RaiTre, apre a questa possibilita' in Italia: "I Comuni in collaborazione con i servizi sanitari delle Asl -ha detto- devono organizzare, con le associazioni e l'ordine dei veterinari, percorsi formativi cui devono essere necessariamente inviati coloro che possiedono cani che potenzialmente possono creare situazioni di rischio maggiore". Per il sottosegretario e' giusto eliminare la 'black list' ma, visto che "la maggior parte delle aggressioni dei cani avvengono all'interno del nucleo familiare bisogna puntare su due principi fondamentali come la responsabilita' e la formazione, che rappresentano l'unica via d'uscita per le situazioni a rischio e per la prevenzione". (AGI)

Animali trovati morti in trentino nel 2008

martedì 17 marzo 2009

Cattura nel rispetto della legge per i cani randagi

"Aggressioni cani randagi in Sicilia: Sottosegretario Francesca Martini contatta Assessore alla Sanità Regione Sicilia e Prefetto di Ragusa

In merito ai tragici accadimenti che si sono verificati in questi giorni in Sicilia dove cani randagi hanno aggredito diverse persone e ucciso un bimbo di dieci anni, il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini nell’esprimere la sua vicinanza e partecipazione al dolore della famiglia del bambino ucciso, e la sua costernazione per quanto accaduto, ha contattato oggi l’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia Massimo Russo e il Prefetto di Ragusa Carlo Fanara indicando loro le modalità di cattura degli animali nel rispetto delle leggi vigenti."

da "il gruppo Bairo onlus"

A questo link http://sondaggi.quotidianonet.ilsole24ore.com/?sondaggio=1917 trovate un sondaggio in cui si chiede se sia giusto l'abbattimento dei cani randagi "pericolosi"

lunedì 16 marzo 2009

Cibo per pets alla melamina


TRENTINO
14 MARZO 2009

Cibo killer, come prevenirlo

Chiara Girardi

TRENTO. L’insidia è nel piatto, anzi nella ciotola. E’ arrivato anche in Italia il cibo killer per pets alla melamina, che negli Stati Uniti ha già provocato la morte di centinaia di cani. La morte sospetta di 2 cani nel trevigiano, sottoposti ad autopsia ha rivelato livelli di melamina 560 volte superiori al limite massimo consentito dalle normative vigenti nelle farine di due lotti della produzione di una ditta italiana (mangime Duck & Barley con lotto 099, e nel Mangime C1 con lotto 094), la Diusapet Srl di Marzano (Pavia). Abbiamo approfondito la questione, sia dal punto di vista “commerciale” che da quello veterinario con Alberto Mattivi, dirigente dell’Unità operativa Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria della Provincia di Trento e col presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari del Trentino, Alberto Aloisi. Dottor Mattivi, le farine utilizzate dall’azienda sono indicate come “comunitarie”. Ci sono rischi in Europa? Bisogna vedere come queste farine sono arrivate in territorio comunitario. Bisogna ricostruirne il percorso. La maggior frequenza dei controlli è comunque già un buon deterrente. Appena viene svelata l’esistenza di composti tossici si estendono i controlli e le loro frequenze e il fenomeno scompare. Cos’è la melamina? E’ un composto chimico di sintesi a largo utilizzo industriale. E’ un componente delle colle e delle plastiche. Non è autorizzata come additivo in ambito alimentare. Falsa il livello di concentrazione delle proteine. E’ quello che è successo col latte in Cina: anche se annacquato, sembrava ricco di proteine. Cosa avviene quando viene rilevato un cibo tossico? In Europa esiste un sistema di allerta rapido per ritirare dal commercio il prodotto quando se ne segnala la tossicità. Grazie alla tracciabilità dei prodotti si riesce ad effettuare il ritiro in un solo giorno. Poi vengono effettuate le indagini: da dove viene, dove è stato prodotto, eccetera. Negli anni successivi continua il monitoraggio su quella sostanza. La ditta che produce quei prodotti deve avvisare i rivenditori che devono bloccare le merci che poi vengono distrutte. Se il prodotto non viene recuperato, le sanzioni sono pesantissime. Gli altri lotti dell’azienda sono poi oggetto di campionamento. In quali dosi il prodotto alla melamina provoca la morte dell’animale? La singola somministrazione o un’intera confezione non causeranno mai danni all’animale. E’ la somministrazione per mesi che provoca danni irreversibili. Qual è la situazione in Italia? L’emergenza è piuttosto recente e le prove di ricerca della melamina sono accreditate da 2 anni. In Italia dai rilievi fatti i questi mesi la situazione era rassicurante. L’anno scorso sono state fatte delle ricerche sulla produzione, ma non in Trentino perché è una regione di utilizzo delle farine animali ma non di produzione.

domenica 15 marzo 2009

La legge provinciale sulla caccia n.24/91

Quindi ecco a voi, ciò che la legge sulla caccia prevede in caso di esche avvelenate e sull'uso dei cani da caccia:

[...]


art. 38. altri divieti
 "q) usare munizione spezzata nella caccia agli ungulati; usare armi da sparo munite di silenziatore o imposte con scatto provocato dalla preda; usare esche o bocconi avvelenati, salva diversa disposizione della giunta provinciale;"
art. 46. sanzioni
e)
"la sanzione amministrativa da lire 150.000 a lire 900.000 per chi esercita la caccia con mezzi non consentiti; in caso di recidiva la sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 e la sospensione della licenza fino a un anno; in caso di ulteriore recidiva la sanzione amministrativa da lire 600.000 a lire 3.600.000 e la revoca della licenza;"
art. 49. ritiro e sospensione del permesso annuale e del permesso d'ospite annuale per l'esercizio della caccia
1 .
nei casi previsti dalle lettere b), c), d), e), f), g), ed h) del comma uno dell'art. 46, il dirigente del servizio faunistico può disporre il ritiro cautelare del permesso annuale o del permesso d'ospite annuale, con effetto immediato, fino alla definizione del procedimento amministrativo o del giudizio di opposizione. il ritiro cautelare è disposto con provvedimento motivato, tenuto conto delle specifiche osservazioni che l'interessato potrà formulare entro il termine di dieci giorni dalla contestazione dell'infrazione.
Ti riporto anche l'articolo 37 relativo ai cani, Orsi è un dilettante in confronto a Dellai.
art. 37. norme per i cani
1 .
è fatto divieto di lasciare vagare senza controllo, al di fuori degli abitati, i cani di qualsiasi razza.
2 . i cani vaganti di cui al comma primo devono essere possibilmente catturati dagli agenti di vigilanza per essere consegnati ai legittimi proprietari o possessori; gli stessi possono essere abbattuti, qualora risultino pericolosi per l'uomo o arrechino reale danno alla selvaggina e sempre che non sia stata possibile la cattura o il riconoscimento.
3 . le disposizioni di cui ai commi primo e secondo non si applicano in caso di impiego di cani, riconosciuti idonei allo scopo, per il recupero della selvaggina ferita. per lo svolgimento di addestramenti e gare in zone diverse da quelle istituite ai sensi dell'articolo 6, lettera e), nonché per l'accertamento dello stato della fauna selvatica o per altre iniziative o circostanze, è necessaria l'autorizzazione del comitato faunistico provinciale che potrà altresì stabilire ulteriori modalità di impiego.
4 . i cani da guardia delle abitazioni e del bestiame non devono essere lasciati incustoditi a più di 200 metri dall'abitazione o dal bestiame medesimo.
5 . per quanto applicabili, le norme del presente articolo valgono anche per gli animali domestici inselvatichiti.

mercoledì 11 marzo 2009

Ricchi principi e rospi

Vengo a conoscenza oggi che per quanto riguarda la cartellonistica stradale (il riferimento è la richiesta di una segnaletica per avvertire della migrazione di rospi sulla SP228) nel territorio comunale, anche se strada provinciale, può intervenire il comune stesso. Perfino un privato (associazioni) a proprie spese, dopo l'approvazione dell'amministrazione comunale, può mettere un cartello.
Che sperino in questo?
Nel caso decidessimo di intervenire come oipa, il cartello verrebbe a costare sui 160euro più le spese per il lavoro.
Con qualche aiuto, potremmo pensarci...
Ringrazio le fonti attendibilissime.

La legge provinciale sulla caccia e la "fantomatica" regolamentazione sulle esche avvelenate"

Riguardo alla risposta dell'assessore Dalmaso all'interrogazione a risposta immediata sul tema bocconi avvelenati "[...] Con riguardo all'interrogazione proposta, occorre segnalare che la materia inerente l'uso di esche avvelenate è regolamentata dalla legge provinciale della caccia.[...]", non riesco a trovare nulla che giustifichi, regoli o vieti l'uso di tali esche nella legge provinviale della caccia. 
Ovviamente.
Se invece qualcuno, anche cacciatore, è in grado di spiegare questo riferimento, il blog è aperto a qualsiasi tipo di commento.

martedì 10 marzo 2009

Interrogazione a risposta immediata sulla questione dell'uso di esche avvelenate.

Interrogazione a risposta immediata n. 160


Interrogo la Giunta provinciale per sapere

stante l'attualità della questione dell'uso di esche avvelenate, particolarmente efficaci, specie nei confronti dei predatori naturali, nei periodi in cui le condizioni ambientali rendono più problematico il reperimento del cibo, ma che mietono vittime anche fra animali domestici (in particolare cani e gatti) - se non ritenga doveroso intensificare i controlli da parte del Corpo forestale e delle guardie venatorie per la repressione di tale barbara (ed illegale) abitudine e promuovere una adeguata campagna di informazione nei cittadini per sensibilizzare tutti ad un maggior controllo (anche nell'uso di esche destinate alla derattizzazione) ed in particolare a segnalare tempestivamente i casi di avvelenamento di animali domestici al Corpo forestale e/o al Servizio veterinario, anche al fine di una mappatura del fenomeno.

Roberto Bombarda



Risposta all’ interrogazione a risposta immediata n. 160/XIV, "Avvelenamento di animali domestici e intensificazione dei relativi controlli", proponente: cons. Roberto Bombarda del 25 febbraio 2009



DALMASO (Assessore all'istruzione e sport): Con riguardo all'interrogazione proposta, occorre segnalare che la materia inerente l'uso di esche avvelenate è regolamentata dalla legge provinciale della caccia. Per quanto attiene gli aspetti legati agli animali di affezione, parte di mia competenza, si ritiene senz'altro che possano essere studiati - magari d'intesa con le associazioni protezioniste e con la Consulta, attualmente in fase di nomina - momenti di informazione sul territorio provinciale, input peraltro raccolto anche dal dirigente dottor Masè per quanto concerne l'attività del Corpo forestale provinciale, attraverso attività di controllo anche mirate, per prevenire e mettere in campo eventuali attività e azioni repressive. Comunque anche da parte loro è condivisa la proposta di investire su specifiche azioni di informazione e di sensibilizzazione dei cittadini e di promuovere la raccolta sistematica dei casi di avvelenamento, che di norma vengono segnalati ai locali veterinari.

Da parte dell'assessorato alla sanità è pervenuta la disponibilità a lavorare su un incremento di sensibilizzazione e di informazione, da fare attraverso l'attivazione del sito web e altro materiale che può essere allestito per la divulgazione e la distribuzione nelle scuole e negli ambulatori dei veterinari.


PRESIDENTE: Ha chiesto la parola il consigliere Bombarda: ne ha facoltà.


BOMBARDA (Verdi e Democratici del Trentino): Ringrazio l'assessore Dalmaso per la risposta. Mi ero occupato di questo caso già nel 2007 con un'interrogazione a cui aveva risposto il Presidente Dellai: in quella sede si preannunciava un'iniziativa di divulgazione e di informazione per i cittadini, sia per i proprietari di animali d'affezione sia per i cacciatori. Io credo sia oggi urgente un intervento. Negli ultimi mesi si sono verificati casi esecrabili, che vanno condannati. Spargere per il territorio bocconi avvelenati mette a rischio la vita degli animali, anche di quelli domestici, e addirittura può causare danni alla salute delle persone laddove questi bocconi avvelenati vengono posti vicino a giardini pubblici o a luoghi dove giocano i bambini.

Grazie per la risposta. Attendiamo un pronto intervento in questo campo.



Ammetto la mia ignoranza sul fatto che la materia inerente l'uso di esche avvelenate sia regolamentata dalla legge provinciale della caccia. Nell'attesa di un mio approfondimento, vi lascio alla risposta dell'Assessore all'istruzione e allo sport.

lunedì 9 marzo 2009

Non togliete i volantini...

Il primo volantino sparito nel parco di Levico è ovviamente quello all'ingresso del parco nei pressi della sede dell'APT della Valsugana. I volantini sono un po' vecchi (sono quelli dell'anno scorso oppure hanno qualche errore). Ci scusiamo, ma essendo volontari, cerchiamo di fare un po' di economia.

Risposta alla "semina" di bocconi avvelenati nel comune di Levico.

Avevamo chiesto che l'Ordinanza sui bocconi avvelenati venisse applicata, almeno per quanto riguarda la segnalazione dei siti colpiti. Le forze dell'ordine le abbiamo avvisate noi.
...e ovviamente nulla si è mosso. 
Solo il Sindaco di Levico Terme si è indignato per i casi di distruzione di arredi urbani che hanno colpito pesantemente il parco delle terme.
Sembrano gravi situazioni nuove ma sono anni che si possono vedere casi del genere. Sempre il Sindaco dice di non accettare più tutto questo, soprattutto perché presto inizieranno manifestazioni che attireranno turisti.
Ovviamente non si pensa mai ai cittadini che giornalmente vivono il territorio del comune e nessun riferimento è stato fatto ai bocconi avvelenati che hanno infestato praticamente quasi tutti i parchi cittadini.
Come sempre siamo stati noi a mettere dei cartelli.
Scommetto che gli hanno già tolti per impedire che si guasti l'immagine di Levico agli occhi dei visitatori domenicali...
Altro grazie.
Nota: il parco è di competenza della provincia quindi il comune non vi mette neanche un cartello.
(cliccando sul titolo, il post con il riferimento ai bocconi avvelenati nel territorio di Levico Terme)

Risposta a "annuale strage di rospi sulla strada provinciale che collega Levico a Pergine"

Risposta: nessuna. Silenzio e aggiungerei indifferenza sia da parte del Dirigente Generale del dipartimento lavori pubblici, trasporti e reti della provincia di Trento (il comune di Levico si era disinteressato del problema e ci aveva consigliato di chiedere alla provincia) sia da parte di WWF Sezione Trento che non ci ha neanche degnato di una risposta.
Grazie
(cliccando sul titolo, andrete al post con la lettera)

La provincia ne combina un'altra...

TRENTINO
7 MARZO 2009
 
Mufloni abbattuti, cacciatori indignati
 
FOLGARIA (TN). Da dove siano venuti è difficile saperlo. Certo è che da un paio d’anni a questa parte, sulle montagne di Folgaria, s’aggira un nutrito gruppo di mufloni, mammifero della sottofamiglia dei caprini dalle caratteristiche corna a spirale. La novità è molto piaciuta ai cacciatori del gruppo locale che, contrariamente a quanto si sarebbe forse portati a pensare, si sono subito presi cura degli animali, provvedendo anche alla loro nutrizione durante i mesi invernali e, in particolare, negli ultimi nevosi mesi. Ma per la Provincia vanno abbattuti, in quanto specie non autoctona.  La decisione della Provincia è stata subito applicata dalle guardie forestali che, non molto tempo fa, hanno iniziato ad eliminare i primi capi. L’ordine di Trento, pur incomprensibile, verrebbe anche accettato dai cacciatori folgaretani se non fosse che nel territorio del comune di Lavarone, che confina con quello della Magnifica Comunità, un piccolo gruppo di mufloni continua a vivere tranquillo e sereno dato che lì, nei loro confronti, non è stata emessa nessuna sentenza di morte. «Non capisco perché si debba ammazzarli - sbotta Gerola - dato che non provocano alcun danno a flora o fauna, e nemmeno capisco questo disequilibrio normativo che condanna i mufloni del nostro territorio, ma lascia vivere quelli di Lavarone, almeno fino a quando se ne stanno buoni buoni all’interno dei loro confini. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse il senso di una simile operazione». Sul fatto poi, che gli animali non siano autoctoni, un altro cacciatore dell’altopiano ha le idee chiare. «L’ambiente è in continua evoluzione: se quegli animali sono arrivati fino a noi un motivo c’è e mi sembra assurdo cercare di opporsi a simili cambiamenti, che certo non sono catastrofici. E poi, quanto sta accadendo qui sull’altopiano è l’esatto opposto di quanto sta avvenendo sul Brenta meridionale. Anche lì esiste una colonia di mufloni, ma non se ne impone l’abbattimento. Anzi, la pianificazione venatoria, la programmazione dei censimenti e le assegnazioni sono coordinate dagli organi provinciali con i cacciatori di Stenico».

venerdì 6 marzo 2009

Una piccola grande vittoria!

(la foto riguarda i cani sequestrati ma già ospitati in nuove e più confortevoli situazioni)
"Ciao, ecco la notizia che attendevo da tempo, finalmente la triste storia di Delta, Dedra, Dora e dei cuccioli Didi, Dido, Devil, Dylan, Dacia, Debby e di tutti gli altri 500 e più cani vittime della cattiveria, ignoranza e avidità umana, può dirsi finita. Per loro non si chiuderanno mai più i cancelli dei lager!"

At 01.27 05/03/2009, you wrote:
EMESSA LA SENTENZA - VITTORIA!!!!!
 Oggi, alle 18, dopo estenuanti ore di dibattimento, finalmente si è giunti a sentenza.
Il Giudice ha accolto tutte le richieste del P.M. condannando l'imputato al pagamento di un ammenda di 7.000 euro, delle spese processuali ed al risarcimento della parte civile ( LAV ).
 Infine ha ordinato la confisca di tutti i cani oggetto di sequestro.
 
Per noi è stata una grande vittoria!
 

Bocconi avvelenati a Castelfeder


da l'Alto Adige 3 MARZO 2009

 

Bocconi avvelenati a Castelfeder

 

Massimiliano Bona

 

 

MONTAGNA (TN). Vivo per miracolo dopo aver ingerito un boccone di carne avvelenata all’interno del biotopo di Castelfeder. Un cucciolo di Hovawart si è salvato, lo scorso fine settimana, solamente grazie alla prontezza di spirito del suo padrone che lo ha portato da un veterinario di Mezzocorona. Altri due cani erano stati salvati, in extremis, nel novembre 2005. Indagano i carabinieri di Egna.  «Stavo passeggiando con il mio cucciolo di 5 mesi e mezzo all’interno del biotopo. Sono arrivato in prossimità di un cartello, nel quale si fa riferimento all’area protetta di Castelfeder, quando ho notato il cane mangiare un boccone di carne macinata di colore rosa, grande come una tazzina di caffè. All’interno di questa polpettina c’erano palline verdi e rosse. Ho preso paura ed ho portato il cucciolo dal veterinario». Quest’ultimo non ha avuto dubbi: veleno per topi. Che può essere letale. Il veterinario ha prescritto una terapia di contrasto a base di vitamina K ed ha spiegato al padrone dell’animale, un giovane della Bassa Atesina, quali sono gli effetti del veleno. «Nei primi due giorni non ci sono sintomi, mentre dal terzo il cane è assente, svogliato. A partire dal quarto giorno sono possibili emorragie interne, che colpiscono stomaco, polmoni e intestino. Al quinto giorno, invece, ci sono alte probabilità che il cane muoia». Il proprietario, soprattutto per evitare il ripetersi di casi analoghi, ha preferito avvisare i carabinieri di Egna. E non è da escludere che nei prossimi giorni vengano disposte delle analisi dall’Asl per capire che tipo di veleno è stato impiegato. Anche ieri il cucciolo di Hovawart (da “Hova“ che significa corte e “Wart“ guardiano) - un cane di origine germanica, molto noto e diffuso fin dal Medioevo - non era particolarmente vispo, tanto che il padrone lo ha dovuto portare una seconda volta dal veterinario. Nel frattempo la notizia si è diffusa in tutta la zona e c’è chi ha iniziato un’azione di volantinaggio tra Montagna e Ora. Non molti sanno che, a fine 2008, è entrata in vigore un’ordinanza, firmata dal sottosegretario alla salute, Francesca Martini, che sancisce su tutto il territorio nazionale il divieto di utilizzo e detenzione di esche o bocconi avvelenati. Il provvedimento, dice il Ministero, «ha lo scopo di prevenire i rischi diretti per la salute dell’uomo e degli animali nonché quelli derivanti dalla contaminazione ambientale». Anche per tutti i veterinari in caso di sospetto di avvelenamento scatta l’obbligo di dare immediata comunicazione al sindaco e al servizio veterinario dell’Asl.