venerdì 27 febbraio 2009

Contro il disegno di legge a firma del senatore Orsi in materia di caccia:e ora salviamoci anche dai cacciatori sedicenni.

Carissime, e carissimi,

vi scrivo questa importante email per informarvi (alcuni di voi ne sono gia a conoscenza) che presso la 13^ Commissione permanente Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato della Repubblica è in discussione il Disegno di legge a firma del Senatore Franco Orsi (PDL) in materia di caccia. Il DDL, di iniziativa di un'altro Senatore, Domenico Benedetti Valentini (PDL), è una lista di orrori senza fine.
La finalità di questo DDL è modificare, se cancellare del tutto, la Legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio ): l'unica legge che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese. In pratica sta per essere fatta a pezzi.
Non vorrei troppo dilungarmi, anche perchè la materia è molto complessa, ma cercherò di sintetizzare al massimo gli obbrobri di questo disegno orrendo.
Tra le novità, si fa per dire, sparisce l'interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna; scompare la definizione di specie superprotetta (gli orsi, i lupi, i fenicotteri ecc. non godranno più di quella protezione prevista dalle normative europee); si apre la caccia lungo le rotte di migrazione che incentiverà il bracconaggio; totale liberalizzazione dei richiami vivi (gli uccelli tenuti in gabbie per addescare altri uccelli); 700mila imbalsatori; l'ISPRA rischia di essere soppressa a beneficio di istituti regionali che potranno rilasciare pareri in materie di rilevanza nazionale e internazionale, cosa che mortificherà la ricerca scientifica; si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabbili; non si potrà proteggere più del 30% del territorio altrimenti si verrà puniti (incredibile ma varo!); liberalizzato lo sterminio di lupi, orsi, cervi, cani e gatti vaganti (i sindaci avranno pieni poteri di adottare abbattimenti ed eradicazioni di quegli animali che recano semplicemente fastidio!!); ridotta la vigilaza venatoria; caccia con neve e ghiaccio; cancellata l'ENPA dal comitato della 157, storica associazione animalista d'Italia, e tanto, tanto altro...
A cio ne è conseguito che 4 giorni fa (domenica 22 febbraio 2009) ho aperto un gruppo specifico su Facebook (il famoso social network) dopo una email ricevuta dall'amico Enzo Cripezzi che legge e ringrazio. Il gruppo si chiama
Contro il Disegno di legge del Sen. Franco Orsi - NO alla caccia selvaggia! . Bene, in 4 giorni al gruppo si sono iscritti 12.000 cittadini ed è tutt'ora in crescita. Non sto a raccontarvi i tanti messaggi di ringraziamento ricevuti da tutta Italia, ma queste cose fanno bene all'animo e all'anima, nonchè al nostro spirito figlio della madre terra.
Abbiamo stilato un documento che in questi giorni tutti e 25 Senatori della 13^ Commissione al Senato stanno ricevendo via email..una valanga di email!!
Presto usciremo anche con un comunicato stampa del gruppo, gruppo che non sarei riuscito a gestire da solo. Infatti mi stanno molto aiutando Daniela Casprini, Irene del Prato e Fiore Macchi che leggono e che ringrazio di cuore.
Grazie a quanti sosterranno questa ennesima battaglia.
Vito L'Erario
 
 
 
13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) XVI Legislatura SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
OGGETTO: Nuova disciplina per l'esercizio dell'attività venatoria e per la protezione della fauna selvatica.
 
Il/la sottoscritto/a, cittadino/a della Repubblica Italiana, con riferimento al Disegno di legge d’iniziativa del Senatore Benedetti Valentini comunicato alla presidenza della 13 ª Commissione permanente il 18 settembre 2008 recante l’abrogazione della Legge 11 febbraio 1992, n.157 e nuova disciplina dell’attività venatoria, di cui firmatario il Senatore Franco Orsi,
RICHIAMAT
il comma 1 dell’art.21 della Costituzione Italiana “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”,
l’art. 1 della Dichiarazione universale sui Diritti dell’Animale (Parigi, 15 ottobre 1978 sede dell’UNESCO) che recita testualmente: “Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza”,
la Direttiva Habitat 92/43/CEE “relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica”,
CONSIDERATO CHE
la legge 157/1992 è l’unica legge che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese;
scompare l’interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna;
scompare la definizione di specie superprotette: animali come il Lupo, l’Orso, le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne e tanti altri, in Italia non godranno più delle particolari protezioni previste dalla normativa comunitaria e internazionale;
si apre la caccia lungo le rotte di migrazione: un fatto che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori;
la totale liberalizzazione dei richiami vivi con la possibilità di detenerne e utilizzarne un numero illimitato;
viene mortificata la ricerca scientifica: l’autorità scientifica di riferimento per lo Stato (l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA) rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali che rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria;
la creazione di istituti regionali renderà potenzialmente impossibile effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale;
si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabili: la formulazione del Testo Orsi rende possibile la caccia in deroga (cioè la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei Parchi e nelle altre aree protette;
saranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del territorio regionale: chi protegge "troppa" natura sarà punito;
è prevista la licenza di caccia a 16 anni;
viene liberalizzato lo sterminio di lupi, orsi, cervi, cani e gatti vaganti: i sindaci assumono poteri di autorizzare interventi di abbattimenti e eradicazione degli animali, in barba alle più elementari norme europee;
viene consentito emanare leggi regionali per cacciare specie non cacciabili;
viene consentito cacciare con neve e ghiaccio: in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, calore;
vi sarà un ritorno all’utilizzo degli uccelli come zimbelli;
viene ridotta la vigilanza venatoria: le guardie ecologiche e zoofile non potranno più svolgere vigilanza nonostante l’Italia è il Paese con il tasso di bracconaggio più alto d’Europa;
viene cancellato l’Ente Nazionale Protezione Animali dal Comitato tecnico nazionale: le associazioni ambientaliste presenti nel Comitato sulla 157 saranno ridotte da quattro a tre. L’ENPA, storica associazione animalista italiana, viene del tutto estromessa;
PRESO ATTO
che l’Italia pur avendo rispettato l’obbligo di comunicare le necessarie norme di recepimento della Direttiva Habitat 92/43/CEE, ha inviato testi con gravi lacune che limitano la gamma di progetti potenzialmente pericolosi soggetti alle misure di salvaguardia della Rete Natura 2000;
che la Commissione Europea ha inviato all’Italia un parere motivato per violazione ed errato recepimento della Direttiva 79/409/CEE sugli uccelli selvatici con procedura 2006/2131;
che la Commissione Europea ha messo in mora l’Italia per cattiva applicazione e disapplicazione della Direttiva 79/409/CEE art. 9 sulla caccia in deroga alle specie protette a fine febbraio nella legge regionale della Sardegna 2004, con procedura 2004/4242;
che la Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia in quanto la Regione Liguria ha adottato e applicato una normativa che autorizza deroghe al regime di protezione degli uccelli selvatici senza rispettare le condizioni stabilite all’art.9 della direttiva del Consiglio 2 aprile 1979, 79/409/CEE (legge 34/2001);
che la Corte di Giustizia Europea aveva emesso un ordinanza, con la quale obbligava l’Italia a sospendere la legge della Regione Liguria in materia di deroghe all’attività venatoria (legge 36/2006) con relativa violazione della Direttiva 79/409/CEE – Procedura 2006/4043, Sentenza C-503/06;
che la Corte di Giustizia Europea si è pronunciata con specifica sentenza in materia di “conservazione degli uccelli selvatici - Direttiva 79/409/CEE - deroghe la regime di protezione”, stabiliva che agli Stati membri, indipendentemente dalla ripartizione interna delle competenze determinata dall’ordinamento giuridico nazionale, di garantire, nell’adottare le misure di trasposizione di tale disposizione, che, in tutti i casi di applicazione della deroga ivi prevista e per tutte le specie protette, i prelievi venatori autorizzati non superino un tetto - da determinarsi in base a dati scientifici rigorosi - conforme alla limitazione, imposta da tale disposizione, dei detti prelievi a piccole quantità. Procedimento C-60/05 del 8 giugno 2006;
che la Corte di Giustizia Europea è intervenuta contro la Repubblica portoghese per non aver rispettato gli obblighi dell’art.4, n.1, della direttiva 2 aprile 1979, 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici in area protetta. Sentenza -13 luglio 2006 - Causa C-191/05;
che la Corte Costituzionale con sentenza 4 luglio 2008, n.250 ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Lombardia in materia di caccia, che prevedeva un sistema di deroga ordinario, in contrasto con la normativa comunitaria (art. 9 della Direttiva Direttiva 79/409/CEE) e con gli standard minimi ed uniformi di tutela della fauna;
CHIEDE
Il ritiro immediato del Disegno di legge del Senatore Franco Orsi, in quanto esso rappresenta un provvedimento anticostituzionale, contraddice le normative comunitarie in materia di protezione della fauna e le normative comunitarie in materia di deroghe alla caccia.
Distinti saluti
Luogo e Data
Firma
(mettere qui il proprio nome e cognome)  

Bocconi avvelenati al lago di Levico.


Una strage. Fate un po' voi. Non andate più a Levico. Questo è il consiglio che a caldo mi viene da fare.
Bocconi avvelenati sono stati ritrovati al parco delle Terme (di competenza della provincia), al parco di fronte alle terme comunali e adesso anche al lago (competenza del comune), dove per un soffio si è salvata una cagnolina.
Il fatalismo della gente trentina non ci aiuta. Non mi aiuta a sopportare una tale situazione.
Ieri abbiamo parlato con l'Assessore Benedetti del comune di Levico. Sempre gentile si è però messo sulla difensiva dicendoci che trova impossibile segnalare in tutto il territorio i bocconi avvelenati.
Non è questo che ovviamente chiediamo. Certo che la segnalazione dei parchi e del lago mi sembra ovvia e urgente. Anche perché sono zone altamente frequentate anche dai bambini. Sembra sia necessario in Italia arrivare sempre a casi gravissimi prima che si faccia veramente qualchecosa.
Il bucolico trentino...
Come sempre nessuno ha sporto denuncia, nessuno ha fatto una telefonata ai carbinieri, ai vigili, al comune...
grazie come sempre

Annuale strage di rospi sulla strada provinciale che collega Levico e Pergine


Questa è la lettera che abbiamo inviato al Dirigente Generale del dipartimento lavori pubblici, trasporti e reti della provincia di Trento.  Auspichiamo questa volta uno sforzo per porre almeno una segnaletica che avvisi del pericolo. Sappiamo che comunque non servirà da deterrente per tutti quelli che si divertono a schiacciare questi anfibi con l'auto.
La stessa richiesta è stata inoltrata anche al WWF del Trentino Alto Adige.
Attendiamo risposta.

Alla cortese attenzione del Dirigente Generale Dipartimento Lavori Pubblici, Trasporti e Reti della Provincia di Trento

Egregio dott. DE COL

ad un anno circa dalla nostra prima segnalazione, OIPA Sezione Trento e Provincia vuole riportare la sua attenzione sulla strage di rospi e rane che avviene ogni anno in primavera lungo la strada provinciale che congiunge l'abitato di Levico Terme con quello di Pergine: SP228.

Prendendo esempio da altre realtà a noi vicine (alleghiamo immagine), auspichiamo un pronto intervento per impedire che tutto ciò riaccada anche quest'anno.

Data l'oggettiva difficoltà nel creare degli appositi corridoi per permettere agli anfibi di migrare verso il lago di Levico (difficoltà, ovviamente, in ogni caso superabile), chiediamo repentinamente una segnaletica atta ad avvertire gli utenti della strada del possibile pericolo. A lato della provinciale verso Tenna, anche se in modo minore, vi è lo stesso problema.

La ringrazio anticipatamente ricordandole che non è raro vedere vere e proprie gare per uccidere più rospi.

Distinti saluti

Ufficio Stampa OIPA Sezione Trento e Provinciale


mercoledì 25 febbraio 2009

le doppiette cacceranno per squadre ( dal quotidiano il TRENTINO)

TRENTINO

23 FEBBRAIO 2009

 

Le doppiette cacceranno per squadre

 

PERGINE (TN). Sempre più restrizioni per i sempre meno cacciatori della «riserva» di Pergine guidata dal «rettore Diego Pintarelli. Nel corso dell’annuale assemblea svoltasi ieri nella sala comunale del Centro servizi, una lunga discussione è emersa sulle nuove modalità per la caccia al capriolo in particolare. E’ prevalsa la caccia a squadre. Circa ottanta i presenti ai lavori. «La precedente stagione venatoria - ha detto il presidente - era stata caratterizzata da penalizzazione».  Una penalizzazione subita per lo sforamento del numero dei capi assegnati. Quest’anno l’’assegnazione dovrebbe aggirarsi sui 22 capi maschi e altrettanti capi femmina (e piccoli). Sono saempre pochi rispetto ai 150 cacciatori di pergine, ma non tutti prediligono questo tipo di caccia.  Da qui la necessità di predisporre nuove modalità visto che non è più possibile un’uscita generale. Il direttivo ha raccolto una serie di possibilità, sottoponendole a discussione. Diego Pintarelli le ha illustrate in sintesi: posticipare di una settimana l’inizio della caccia; limitare la caccia a tre giorni della settimana; assegnare i capi per estrazione e quindi caccia nominativa; effettuare le uscite a squadre; dividere i cacciatori tra quelli che vanno a palla (caprioli e ungulati in genere) e a piuma.  «Tutte le modalità - ha detto Pintarelli - contengono delle controindicazioni e aspetti negativi». Come direttivo le proposte finali sono state quelle relative alla caccia nominativa con estrazione tra i cacciatori, e quella a squadre.  E’ stata anche data lettura di una proposta avanzata da un gruppo di cacciatori: ciascuno deve scegliere all’inizio di stagione se cacciare a palla o con cane da ferma. E’ stata su questo la prima votazione (appena 12 voti favorevoli). L’assemblea si è poi praticamente divisa sulla caccia «nominativa» e «a squadre» con molti elementi a favore e contro. Con distinte votazioni è prevalsa quella «a squadre» anche se con uno scarto non evidente. A favore hanno giocato alcuni fattori: possibili rapporti di amicizia e socializzazione, caccia tutti gli anni (in teoria), mentre quella «nominativa» avverrebbe ogni tre anni.  Resta inteso che per partecipare ala squadra occorre collaborare nei censimenti (almeno 2 su 3), nell’allestire le mangiatoie in quota e nel foraggiare gli animali. Tra l’altro, è emerso che l’Uso civico di pergine ha assegnato 6 metricubi di legname per la costruzione di mangiatoie. Tra gli abbattimenti: 6 volpi, 16 lepri, 42 beccacce, 860 fagiani, 343 ghiandaie, 3.375 tordi, 1756 cesene, 3.203 merli.  Superato lo scoglio del metodo di cacciare il capriolo, i lavori hanno affrontato i bilanci e le quote dell’Associazione Cacciatori Trentini. Invariate rispetto al 2008, ma con un cotributo di 8 euro o 2 euro a seconda che il cacciatore abbia il cane. Invariate invece le quote 2009 per l’Unione Cacciatori del Trentino. 

Ventimila euro l'anno della provincia per un roccolo


Ieri sull'Adige, una mia personale scoperta.
La provincia darebbe annualmente ventimila euro l'anno per far gestire ai cacciatori un roccolo nei pressi di San Michele.
Il roccolo è una trappola primitiva e crudele che serve per catturare uccelli da richiamo. Molti muoiono subito, altri muoiono dopo nelle cantine dei cacciatori per stress e perché tenuti al buio. Inoltre questa trappola non fa differenza e decine di specie ne sono indiscriminatamente vittime. Trecento uccelli l'anno. 
Pan-Eppa e Lipu stanno facendo "guerra" alla provincia che però ha dato mandato ai suoi legali per resistere contro il ricorso delle associazioni.

Se volete sapere di più sul roccolo, primitiva tecnica di cattura, "sfogliatevi" questi pagine.



Cara Levico, quasi quasi ti sto lontana...( cittadini maleducati!)


Visualizzazione ingrandita della mappa






Purtroppo, qualche giorno fa, abbiamo parlato di un caso di avvelenamento da bocconi avvenuto a Levico Terme: i bocconi sono stati sparsi con ogni probabilità nel Parco delle Terme. Il caso è stato seguito da un veterinario ma non sono state possibili le indagini (ovviamente credo conti l'esperienza del veterinario indipendentemente da ciò che è scritto nell'ordinanza - che è in rete nel nostro sito-) e i padroni non hanno sporto denuncia contro ignoti.
Noi abbiamo avvertito i Carabinieri del luogo che hanno promesso di informare l'amministrazione del Comune.
Risultato: niente, nessun cartello di segnalazione.
Ieri vengo a sapere, per caso, che bocconi si troverebbero o si sarebbero ritrovati anche nel parco di fronte alle Terme comunali. 
Ringraziamo come sempre l'Amministrazione del comune di Levico Terme che domani sentiremo di persona. Porteremo anche il breve dossier che abbiamo dato al sottosegretario alla salute Martini. Speriamo lo leggano.
Sappiamo già che una delle risposte è che l'individuo-delinquente avvelenatore si sia vendicato di tutti quei padroni che non raccolgono mai le deiezioni dei propri cani. Effettivamente tutta Levico è uno schifo! Non trovo altri termini. Quindi prego i signori padroni di darsi una svegliata anche in questo senso. Educazione! Così magari non avranno più niente da reclamare, perché è una delle scuse dietro cui si trincerano per non fare mai niente. Come non aggiungere altri distributori di sacchetti. Distributori che abbiamo richiesto, ricevendo in cambio risposta che già avevano provato a fare una cosa del genere ma che non è cambiato niente.
Che l'Amministrazione creda che chi lorda sentieri e marciapiedi non sia un loro concittadino?


domenica 22 febbraio 2009

A Verona: il numero verde contro i bocconi avvelenati

L'ARENA GIORNALE DI VERONA
22 FEBBRAIO 2009
 
LA STRAGE DEGLI ANIMALI. Il ministero della salute e la Provincia lanciano una nuova campagna e mettono a disposizione un recapito per incentivare le segnalazioni
Polpette killer, c’è il numero verde
Chiamando l’800344000 si mette in moto la macchina dei controlli: contro le esche al veleno sarà decisivo il ruolo dei sindaci
 
FRANCESCA MARTINI
 
Provincia di  Verona - Nella guerra ai «bocconi killer» è nato il numero verde per le denunce: 800 344 000. Questo recapito telefonico è attivo 24 ore su 24, servirà a raccogliere le segnalazioni e metterà in moto la macchina degli accertamenti e della repressione. Lo ha presentato ieri, nella sede della Provincia, l’assessore all’Ecologia Luca Coletto.
Saranno proprio le segnalazioni dei cittadini ad attivare il Corpo Forestale dello Stato (presente con il commissario capo Susanna Manfrin e alcuni agenti del Corpo) e la Polizia provinciale (intervenuta con il referente Marco Morbiolo). La Provincia, che con l’assessore Maria Luisa Tezza già quattro anni fa si era fatta carico del problema delle esche al veleno, ha anche messo in rete (www.provincia.vr.it) un vademecum dedicato al fenomeno e alle norme d comportamento da adottare in caso di avvelenamento. A detenere il triste primato in termine di diffusione della pratica e di animali colpiti, stando alla mappatura della Provincia, è l’Est veronese e le «aree dove c’è attività venatoria intensa o contesa», ha detto Coletto. Lo confermano i casi recenti di Illasi e la morte sospetta di alcune volpi a Cattignano di San Giovanni Ilarione.Si tratta però di un’emergenza nazionale e lo attesta l’ordinanza contro i bocconi (diventata legge il 17 gennaio scorso) a cui il sottosegretario alla salute Francesca Martini aveva iniziato a lavorare proprio a Verona. C’era anche lei, in Provincia, per confermare una volta di più la necessità di fermare questi atti criminali (parole di Martini, Coletto e del vice presidente della Provincia Antonio Pastorello). «Denunciare ciò che è un reato è un obbligo per tutti, ora anche per i sindaci che sono chiamati a farsi carico, entro 48 ore, della delimitazione e bonifica delle aree interessate dal fenomeno». E se chi confeziona e sparge bocconi al veleno rischia le sanzioni previste dal codice penale, che succede ai sindaci inadempienti? «Sta qui la forza delle associazioni animaliste (presenti in massa ieri, ndr) che avranno il compito di vigilare e denunciare i sindaci che omettano atti d’ufficio». I costi di tabellazione e bonifica ricadranno sui Comuni, ma quelli per lo svolgimento delle analisi obbligatorie per legge su bocconi o carcasse di animali? «Pagherà tutto lo Stato, attraverso le Ulss e gli Istituti zooprofilattici».
Più attenzione, più repressione, più indizi, più prove da girare alla magistratura per chiudere il cerchio attorno ai responsabili di reati che potenzialmente sono un pericolo per la salute umana (perché le sostanze killer entrano nella catena alimentare) «e che colpiscono anche la fauna selvatica imponendo tutela anche per le aree di caccia».
«Il dito è sempre puntato contro i cacciatori, ma spesso le vittime siamo proprio noi. Nessuno pensa mai che i bocconi magari li butta qualcuno che non vuole i cacciatori tra i piedi», ha osservato Alessandro Salvelli, membro del consiglio dei veterinari veronesi (presente con Graziano Galbero e Fabrizio Cestaro) ma anche della Federcaccia veronese.Per fermare la strage l’ordinanza Martini impone l’aggiunta di sostanze amaricanti ai veleni più usati ma nel testo non sono indicati i tempi di adeguamento da parte delle ditte produttrici. Nazionale sarà infine il numero verde che la Martini farà attivare col vademecum già presente sul sito del ministero della Salute, locale la campagna di sensibilizzazione che, su proposta dell’Aidaa, dovrebbe coinvolgere l’Istituto professionale San Zeno con il patrocinio della Provincia. E per non frequentare aree colpite basta mettere in rete le informazioni che si hanno: www.venetocontroibocconi.it o
williammonachini@yahoo.it.

Treviso e l'allarme melamina

INIZIATIVA
20 FEBBRAIO 2009

A Treviso scoppia l’allarme melamina: crocchette adulterate uccidono tre cani

Scritto da Guido Petrangeli

La piaga della melamima killer inizia a fare vittime anche nel nostro paese. Dopo l’epidemia scoppiata a settembre in Cina, che ha portato alla morte di migliaia di bambini allattati con latte adulterato, è di qualche giorno fa la notizia di una contaminazione da melamima avvenuta nella regione veneto. La storia riguarda una signora di San Fior, un comune della provincia di Treviso, che si è vista morire in maniera inspiegabile tre dei suoi amati cani.
La misteriosa morte degli animali ha spinto la donna ad una accurata indagine sulla loro fine: i resti dei cani sono stati infatti sottoposti ad autopsia e a specifiche analisi chimiche sul cibo da loro assunto. Dopo una serie di accertamenti si è avuta una notizia che in pochi si aspettavano e che ha destato preoccupazione tra medici e veterinari: nel cibo dei cani è stata riscontrata melamina in una quantità 560 volte superiore al consentito. Le analisi sono state svolte dall' Istituto Zooprofilattico di Torino, competente per l'intero territorio del Nord Italia, concentrandosi su una nota azienda lombarda produttrice di cibo per cani. Le informazioni dell' Istituto Zooprofilattico di Torino si sono legate quindi ai dati sulle autopsie effettuate dall’ Istituto Zooprofilattico di Treviso e sono state trasmesse all'ULSS 7. Il passo successivo è stato quello di inviare dati e analisi all'Assessorato alla Sanità della Regione del Veneto e al Ministero della Salute. Una volta appurata la causa del decesso dei tre animali ad opera del cibo adulterato con melamina resterebbe da scoprire l’incidenza di questa contaminazione. Il problema, però, riguarda gli alti costi delle analisi e le relative lungaggini che potrebbero scoraggiare padroni “meno amorevoli” della signora di San Fior. A mobilitarsi per far luce su questa vicenda è stata la “Lega Abolizione Caccia - LAC” del Veneto che si sta attivando, presso le istituzioni, per verificare le cause e l'entità del fenomeno di contaminazione da melamina e se gli ingredienti utilizzati nei cibi per animali sono stati importati dalla Cina. Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto ha dichiarato: "Abbiamo comunicato alla signora la nostra disponibilità di costituirci parte civile nel prevedibile processo contro l'azienda che ha posto in commercio queste crocchette al veleno. Auspichiamo che le autorità competenti rendano pubblico immediatamente il nominativo dell'azienda produttrice di queste crocchette ed il nome del prodotto provvedendo al loro tempestivo sequestro su scala nazionale”.

lunedì 16 febbraio 2009

Streghe ed antichi rimedi.

Non ricordo di aver già dato questa piccola, strana informazione. Ad ogni modo, la pubblico nuovamente dato che sembra essere iniziata la stagione degli amori dei gatti. Viaggiando, le nonne un po' streghe dei piccoli paesini che ho incontrato mi hanno fatto conoscere questo rimedio per impedire ai gatti di marcare il proprio territorio. Sembra sufficiente mettere nei punti desiderati una bottiglia di plastica riempita d'acqua e i gatti non si avvicineranno. Pur amandoli follemente, trovo i loro riti alquanto sgradevoli all'olfatto. Se basta solo questo...

Bocconi avvelenati anche in Provincia di Belluno


IL GAZZETTINO
15 FEBBRAIO 2009
 
Ecatombe di cani e gatti domestici Sotto accusa i veleni dei campi
 
Daniele Mammani
 
Feltre (BL) -  Sono in aumento i casi di avvelenamento e morte di animali domestici. L'allarme viene lanciato dai veterinari della conca feltrina che dai primi giorni di gennaio, su invito di un'ordinanza del Ministero della salute, sono obbligati a comunicare alle amministrazioni locali il risultato della diagnosi, se questa conferma i sintomi del veleno.«Un aumento c'è - spiega il veterinario Luca Funes - ed è innegabile. In questi giorni si sono verificati casi di avvelenamento su gatti con 2 morti a Vignui e 1 a Lasen. In quest'ultimo caso l'avvelenamento è certo mentre per Vignui la diagnosi porta all'ipotesi che comunque verrà confermata entro breve tempo dal centro zooprifilattico di Belluno che sta effettuando gli esami su uno dei due animali». Non si tratta solo di gatti, ma anche di cani. Un caso importante è stato segnalato due settimane fa nell'abitato di Anzù di Feltre. «Il cane di Anzù - continua Funes - già in prima analisi faceva trasparire i sintomi di un avvelenamento, confermato poi riscontrando la presenza a livello diagnostico di lumachicida. In ogni caso l'intervento ci ha permesso di salvare l'animale grazie a due trasfusioni totali di sangue».Vista la presenza di lumachicida, probabilmente inserito nell'ambiente in maniera non adeguata, viene in aiuto l'ordinanza del Ministero che vieta assolutamente di utilizzare in modo improprio questi veleni, di abbandonare esche e bocconi avvelenati. Il motivo è semplice. Come la madre di Amleto, nella tragedia di Shakespeare, morì bevendo del vino avvelenato destinato al figlio anche in questo caso le esche di veleno, non posizionate in maniera corretta, potrebbero essere pasto di altri animali, domestici o selvatici, portando così ad altre morti e ad un conseguente pericoloso inquinamento del territorio.In ogni caso sotto la lente rimane puntata anche verso l'avvelenamento volontario degli animali domestici, piaga che continua a fare le proprie vittime. 

Come risolvere il problema di cervi e caprioli nelle strade


IL GAZZETTINO
14 FEBBRAIO 2009
 
Reti e barriere olfattive contro cervi e caprioli
Ecco le soluzioni per evitare gli incidenti con la fauna selvatica
che verranno sperimentate su undici tratti di strada del Bellunese
 
Maurizio Dorigo
 
BELLUNO - Un protocollo per arginare gli incidenti stradali con la fauna selvatica. Lo hanno firmato ieri mattina Provincia di Belluno, Veneto Strade, i Comuni e le riserve di caccia di Cortina, Trichiana, Livinallongo del Col di Lana, San Vito di Cadore e Lentiai. Sono questi i luoghi dove andrà ad incidere l’accordo messo nero su bianco a Palazzo Piloni e che interesserà alcuni dei tratti viari nei quali più frequenti sono gli incidenti con la fauna selvatica, soprattutto cervi e caprioli. Dal 1989 ad oggi i sinistri tra vetture e animali selvatici sono in continuo aumento: se, ad esempio, nel 1990 gli investimenti di cervo erano stati 8, nel 2008 essi sono lievitati a 122 e nel primo mese e mezzo del 2009 ne sono stati segnalati già una decina. 13, da gennaio ad oggi, anche gli investimenti di capriolo che lo scorso anno erano stati ben 177. Incidenti in aumento, spiega la Provincia di Belluno, dovuti in primo luogo all’aumento della popolazione di questi animali. I cervi, secondo le stime delle guardie venatorie di Palazzo Piloni, sono cresciuti dai 2500 capi del 1989 ai 7500 dei giorni nostri. Meno rilevante la crescita del numero dei caprioli, passati dagli 8-9mila di inizio ’90 ai 13mila di oggi. Numeri dei quali la popolazione dei paesi di montagna deve tener conto. In particolare lo sanno bene tutti quegli automobilisti che hanno avuto un “incontro ravvicinato” con questi animali, riportando danni alle vetture o a se stessi e spesso ferendo gravemente o uccidendo le povere bestie. Ora Palazzo Piloni ha deciso un intervento serio, che interesserà per l’appunto 11 tratti di strada già individuati dopo adeguati sopralluoghi anche in collaborazione con le riserve di caccia e con il contributo con l’Istituto nazionale per la fauna selvatica. I punti più a rischio si trovano sulla regionale 48 delle Dolomiti, la statale 51 di Alemagna, la provinciale 1 della Sinistra Piave. In particolare, 2 punti in comune di San Vito di Cadore, 1 a Cortina, 4 a Livinallongo, 1 a Trichiana e 3 in Comune di Lentiai. In questi tratti stradali verranno installate delle reti di recinzione per impedire il passaggio dei cervi e caprioli, che scendono dai boschi e si avvicinano pericolosamente all’asfalto, attraversandolo per cercare cibo o acqua. Ma verranno anche utilizzate delle barriere olfattive, fettuccine che emanano un odore sgradito alla fauna selvatica. In questo modo si pensa di evitare che cervi e caprioli si avvicinino alle strade o le attraversino. Interventi sperimentali, è stato spiegato al momento della firma del protocollo d’intesa tra la Provincia, gli Enti gestori delle strade e le riserve di caccia, che se funzioneranno verranno estesi anche ad altri tratti viari del bellunese. Palazzo Piloni si è preso l’incarico di stendere i progetti e finanziare le opere, toccherà invece a Veneto Strade, Anas, Comuni e riserve di caccia provvedere alla loro installazione. Così, ad esempio, sta già accadendo in comune di Trichiana, dove i cacciatori lavorano da qualche giorno a stendere una rete di recinzione in un tratto di strada tra il Ponte San Felice e Pialdier. L’impegno dell’accordo prevede anche la sistemazione di semafori che si accendono alla presenza di animali e cartelli che informano l’automobilista del passaggio di animali selvatici e indicano gli interventi svolti a protezione dell’incolumità di fauna e passeggeri. Altro fronte che Palazzo Piloni sta perseguendo è la possibilità per gli automobilisti di ottenere un indennizzo. Già nel 2007 la Provincia aveva chiesto alla Regione l’istituzione di un fondo di solidarietà a favore degli automobilisti coinvolti loro malgrado in incidenti con fauna selvatica. Ne era scaturito un progetto di legge d’iniziativa del consiglio di Palazzo Piloni, ad oggi non ancora discusso a Venezia. Più successo la via del risarcimento da parte delle compagnie assicurative, alcune delle quali erano presenti ieri alla firma del protocollo d’intesa. C’è infatti l’interesse per l’estensione delle polizze Rc auto agli incidenti con fauna selvatica, con un aumento del premio: alcune compagnie l’hanno già prevista, altre si stanno muovendo, visto che le richieste sono in continuo aumento.

venerdì 13 febbraio 2009

Bocconi nel Parco delle Terme di Levico.


ATTENZIONE! Il comune di Levico non si è ancora mosso. La zona non è stata ancora segnalata e forse dubito lo sarà mai. Ci sono alcuni nostri cartelli. Sappiate che vengono ogni volta tolti da qualche simpatico individuo.
Confido sul corpo dei Carabinieri del luogo che hanno sempre dato il loro piccolo ma gradito e utile contributo. Ringraziamo (è ovviamente un eufemismo) per la tempestività con cui si muovono le amministrazioni della Valsugana.
E ringraziamo anche coloro che pur vittime di questi casi, non sporgono denuncia per non dare nell'occhio, per non inimicarsi i vicini di casa, per pigrizia....
Grazie. Così sicuramnente le cose miglioreranno.

giovedì 12 febbraio 2009

BARCO di Levico: un altro cane avvelenato. Il veterinario gli salva la vita.

Dall'adige di oggi: Barco , un altro cane avvelenato. Il veterinario lo salva. Questo è accaduto lunedì di questa settimana. Un 'altro cane avvelenato pochi giorni fa nel parco delle terme. Anche lui si è salvato per l'aiuto immediato di un veterinario.





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mercoledì 11 febbraio 2009

Lettera al Presidente Dellai


Buongiorno Presidente Dellai,

sono giorni di tristi vicende, alcune delle quali ci toccano da vicino nel cuore e nella testa. Ce ne sono altre “minori” che smuovono e rompono piccoli affetti.

E di queste vicende noi, di OIPA Sezione Trento e Provincia, ci occupiamo. Da sempre, purtroppo. Ogni primavera, ogni autunno. Anno dopo anno. Mi riferisco a quello che sembra oramai quasi un “bollettino di guerra”, decine di casi di avvelenamento di animali domestici. Bocconi alla stricnina (di solito) oppure fantasiosamente ripieni di altri veleni. Aver colto in flagrante il cacciatore-bracconiere a Folgaria qualche giorno fa e l'eco che ne è seguito, non è servito a nulla. Nemmeno l'ordinanza del Sottosegretario alla Salute Martini. Ci sentiamo impotenti. La città qui in Valsugana è lontana. La bellezza che ci circonda, la libertà di cui potremmo godere assieme ai nostri compagni a quattro zampe è irrimediabilmente minata da questi individui. Sono delinquenti. Si fanno forti della tradizione (se mai ce ne fosse stata una di simile) di uccidere i loro piccoli antagonisti nella caccia. Piccoli predatori che rendono il paesaggio vivo, vitale e miracoloso. Questo è un appello a Lei e alle associazioni di Cacciatori. Fermiamo questi incivili comportamenti. Facciamo informazione. E non nascondiamoci dietro l'indifferenza e “l'omertà”. La società deve crescere anche nel rispetto della natura e dell'ambiente. Ormai è inevitabile.

Distinti saluti

OIPA Sezione Trento e Provincia

martedì 10 febbraio 2009

Bocconi avvelenati a Baselga di Pinè: bollettino di "guerra"


Ennesimo caso di avvelenamento a Baselga di Piné. Vittima un pastore tedesco-meticcio. I bocconi, esche di carne con stricnina, sono state trovate nei pressi dell'abitazione.
Un bollettino di guerra, il film di un serial killer...
Ora basta. Mi sembra una provocazione. Ne prendiamo atto e allargheremo la denuncia a tutti i media. Mi sorge il dubbio che questi criminali non leggano neanche i giornali...
Se doveste avere informazioni sul caso prego inviatecele al nostro blog oppure chiamateci. Dobbiamo esporre denuncia e costringere il sindaco di Pinè ad applicare l'ordinanza (nazionale ovivamante) Martini contro i bocconi avvelenati. Si tratta della legge italiana...

lunedì 9 febbraio 2009

Omertà o solo ignoranza?!

L'ADIGE
8 FEBBRAIO 2009
 
Cane avvelenato, denuncia
 
PERGINE (TN) - È già partita la denuncia penale, contro ignoti, indirizzata alla Procura della Repubblica di Trento per l'avvelenamento del pastore tedesco trovato morto nella mattina di venerdì nella piccola frazione di Buss. Ne dà conferma il comandante della stazione forestale Ezio Zappini , che era accorso sul posto in seguito alla segnalazione di alcuni residenti. È stato appurato che il «cane lupo» apparteneva ad una persona di Fornace, come il secondo esemplare che scorrazzava libero nella frazione. Questo è stato riportato a casa. Per entrambi i proprietari, spiegano i forestali, è in arrivo la sanzione amministrativa prevista dalle norme in vigore. Come mai la coppia di animali sia giunta da Fornace a Buss non è ancora chiaro. Chiara, invece, è la causa della morte. «Il lupoide è stato avvelenato - assicura il veterinario di distretto Giovanni Monsorno - e sarà esaminato nei prossimi giorni da un istituto zooprofilattico per capire quale sostanza venefica sia stata usata».


Cari trentini...

Volevo ricordare alcuni ma frequenti episodi gravi che accadono in Trentino di cui gli animali sono vittime.

  • BOCCONI AVVELENATI: abitudine di colpire piccoli predatori con bocconi avvelenati per "salvaguardare" la selvaggina.
  • BENESSERE degli animali da "profitto" (termine pessimo ma usato) : condizioni disastrose di alcune stalle ricoveri  nelle varie valli trentine.
  • BENESSERE dei compagni a quattro zampe che vigilano su stalle, greggi, abitazioni.


TRENTINO
3 GENNAIO 2009
 
Rocky, una vita alla catena
 
Giusi Ferrari
 
TRENTO. Era il 1992 quando il disegnatore giapponese Jiro Taniguchi vinceva il premio Shogakukan. “Allevare un cane” veniva così onorato come migliore manga dell’anno. Scritto e disegnato dopo qualche mese dalla morte di Tam, il cane di Jiro, rappresentava condensata in un fumetto l’esperienza di vita con un cane e il momento triste della separazione. Una vicenda vera che per quanto ci commuova è anche la storia di quella felicità compresa solo da chi conosce “la differenza tra possedere un animale e vivere con un animale”.  Una precisazione importante, anche qui in Trentino. Nel 2006 Rocky aveva solo tre anni. Custodiva un casotto nei dintorni di Vigo Rendena. Lo faceva legato a una catena e nutrito a pane e acqua, isolato dal resto del mondo e da qualsiasi rapporto con i suoi simili. Un veterinario libero professionista aveva firmato una dichiarazione di “benessere Rocky” ostacolando così qualsiasi tentativo di liberarlo attraverso una denuncia per maltrattamento. Ora, in questi giorni di festa e di auguri che si sprecano, Rocky è morto. E’ morto dopo avere spezzato la sua catena, come ultimo sforzo significativo di ribellione al trattamento riservatogli da chi lo “possedeva”. E’ morto con il ventre gonfio e stremato dalla dissenteria e con le zampe e il cuore incapaci di correre. Perché il corpo dimentica dopo anni di immobilità. C’era stato un appello e molte persone avevano scritto al sindaco di Vigo perché si occupasse di questo caso, ma un Comune di 450 abitanti lo impegnava troppo. Come Rocky sono ancora troppi i cani che soffrono inutilmente, anche in questa regione. E basterebbe così poco per porre termine a un tale orrore che andiamo assecondando ogni volta che lo vogliamo ignorare. Nel 2009 esistono ancora le catene e i recinti per gli innocenti. Nel 2009 sappiamo che il disegno di legge sui diritti degli animali del consigliere Roberto Bombarda si trova inserito nel programma del Presidente Lorenzo Dellai. Fondamento della necessità civile di invitare i comuni a recepire un regolamento che prenda in considerazione anche il benessere dei loro animali.  «Muore Tam 3/11/1990 1:40. Sollevo le coperte per pulirlo e vedo il corpo pelle e ossa. Mi sgorgano nuovamente le lacrime. Vivere. Morire. La morte dell’uomo, la morte di un cane, sono la medesima cosa. La morte di un animale ci addolora ancora di più perché non possiamo comunicare con lui con le parole. La morte di Tam ha lasciato qualcosa nel nostro cuore. Qualcosa che è molto più grande e importante di quella perdita. Era il nostro cane, non avrei immaginato che la sua perdita sarebbe stata tanto dolorosa. Il greto del fiume... ma non c’era più Tam a correre intorno a noi». E non c’è più Rocky con i suoi desideri semplici. 

Una risposta per Alessandra


Grazie Alessandra! Lo so, sembra quasi inutile denunciare agli organi competenti questi casi. Ma , scusa se uso un termine un po' forte, vige una certo comportamento omertoso, un po' per superficialità e un po' perché c'è sempre qualcuno che è "amico di un amico" di gente che ancora opera in questo modo brutale.
Ed è bene scuotere la gente...
Adesso c'è finalmente l'ordinanza contro i bocconi avvelenati che crea degli obblighi per sindaci e forze dell'ordine. Siamo persino arrivati al punto di pensare che la fatica per arginare certi casi alla fine costringa le persone a fare un passa parola e limitare tale tragedie.
Poi c'è sempre la cattiva pubblicità e il Trentino vive sul turismo...
Sembro materialista ma per "combatterli" devo mettermi quasi al loro livello.
Ad ogni nuovo caso avvertiamo i sindaci, facciamo denuncia (se non è già stata fatta dai padroni), inviamo una mail all'associazione cacciatori trentini dalla quale non abbiamo mai ricevuto ovviamente risposta.
Presto ci costituiremo come parte civile nella denuncia contro il cacciatore colto in flagrante.
Contatta pure la nostra associazione tramite mail trento@oipaitalia.com parlerai con Francesco e Laura.
Grazie del tuo appoggio non rimarrà inascoltato.
marina

Alessandra: "Ho appena scritto al Sindaco di Baselga di Pinè, per l'ennesima volta, su questa piaga, che mi ha colpito da vicino perchè lo scorso anno solo per un miracolo non ho perso la mia cagnetta di due anni."

Cari vicini ( e lontani) quanti guai create! Ma il cane resta comunque in famiglia!

Questa è la foto di un bel husky, è un maschio con pedigree, 5 anni, buono e giocherellone, molto bello. E' urgente trovargli una famiglia; dove è ora non può più stare, i soliti vicini che si lamentano. E' abituato a vivere in giardino, socievole con le persone, molto meno con altri animali da cortile.

Miss Melly dalla coda corta

Questa meravigliosa micina ha bisogno del vostro aiuto. La sua sorellina ha già trovato una famiglia ma lei no. Ha una particolarità: ha la coda corta. Crediamo sia per questo, considerato da molti un difetto, che non sia stata adottata.

Il commento sulla piccola storia di Miss Melly credo sia superfluo. Volevo aggiungere che io ho un dito del piede più lungo degli altri . GRAZIE.

domenica 8 febbraio 2009

Sheva ci ha lasciato nel marzo del 2008 per i bocconi avvelenati


Sabato, nella rubrica AMICIANIMALI dell'Adige è uscito un nostro appello per farci pervenire testimonianze (purtroppo in questo caso sempre dolorose) di casi di avvelenamento di animali domestici. Pubblichiamo questo caso, accaduto nel marzo del 2008, che (colpa nostra) ci è sfuggito allora. Ringraziamo la sign.ra Maffei e tutta la sua famiglia per il suo utile contributo.
Pubblichiamo nuovamente la lettera inviata ai quotidiani locali. Aggiorniamo la mappa.

Pomarolo, 31.01.2009
Gentile Redazione,
è con gioia immensa che in questi giorni abbiamo appreso la notizia della cattura, come si suol dire, “con le mani nel sacco” di un 70enne di Folgaria, mentre sparpagliava bocconi avvelenati nei boschi della località di Boschetti.
Circa un anno fa avete pubblicato un bell’articolo di seguito ad una mia lettera per la morte del nostro cane Sheva (morto a Pasquetta 2008), proprio a causa di bocconi avvelenati. Nella mia lettera mi sfogavo e mi sono posta molti interrogativi su chi potesse mai attuare una cosa così disumana. Mi chiedevo:
“Ma chi va in montagna a mettere questi bocconi?? È il panettiere??è il farmacista?? Oppure sono i cacciatori che per evitare che i cani spaventino le loro prede sparpagliano questi “bocconi della morte”?? Bhè, a dir la verità, non sono molte le persone che si recano in montagna quasi quotidianamente, a parte chi lo fa di lavoro come le guardie forestali (ma loro, a differenza di queste persone, amano la natura e gli animali!!!).”
Devo dire che dopo la mia lettera la mia famiglia ha ricevuto molte parole di solidarietà da moltissime famiglie che come la mia hanno perso il loro cane a causa di queste bocconi.
Ma siamo stati anche attaccati per aver accusato ingiustamente la categoria dei cacciatori. Di aver fatto pubblicare un articolo “calunniando” una categoria innocente. Di aver scritto parole di pura fantascienza.
Ma ecco la svolta!!Viene colto in flagranza un cacciatore il quale confessa di aver seminato questi bocconi per “uccidere le volpi che si mangiano la selvaggina”. MA CHE CASO!!!!!
Quindi non solo la mia teoria era esatta per quanto riguarda chi fossero i colpevoli (i cacciatori) ma pure sui loro possibili moventi. Dunque o nella mia lettera di un anno fa avevo ragione e avevo denunciato una situazione reale……..oppure il cacciatore di Folgaria ha copiato la mia teoria “fantasiosa”…..lascio a voi l’ardua sentenza!!
Quindi il nostro attacco pubblicato da voi non era puro vaneggiamento della mia famiglia, pura fantasia e pura cattiveria verso i cacciatori. Ma forse PURA verità, purtroppo spesso nascosta dietro un muro di omertà dei vari paesini nei quali viviamo! Ma per fortuna queste “persone” (non a caso tra virgolette, perché le PERSONE vere hanno dei sentimenti e una moralità) non potevano rimanere impunite per troppo tempo!
Mi dispaccio che solo per pochi bracconieri tutto il nome della categoria cacciatori venga infangato. Perché vorrei ricordare che le sezioni di cacciatori delle nostre zone sono molto numerose ma solo per pochi “delinquenti” come questi vengono messi in cattiva luce tutti.
Credo che come la mia le famiglie che avranno gioito di questa notizia saranno moltissime (ricordo solo alcuni degli ultimi casi come quelli delle famiglie di Guido Trentinaglia, Mario Dalasso, Franco Battisti).
Spero solo che questa persona abbia una punizione esemplare che sia da monito anche per tutti i suoi “colleghi”. Devono pagare non solo per il pericolo che hanno creato sulle nostre montagne (mettono a rischio di morte non solo cani, ma volpi, corvi…) ma anche per il dolore che hanno recato a innumerevoli persone.
Vorrei ringraziare Claudio D’Ingiullo (rappresentante dell’associazione Pan Eppa) per il loro lavoro quotidiano e per il sostegno a questa causa contro questi “delinquenti”.
Un ringraziamento speciale a Giorgio Zattoni e al suo ufficio distrettuale e forestale di Rovereto, e agli uomini della forestale di Folgaria, con a capo Bruno Sordo. Un ringraziamento per il loro eccellente lavoro e un augurio che questa cattura non rimanga solo un caso isolato.
Mi auguro che vengano catturati più bracconieri possibili così rendendo giustizia a tutti i nostri cuccioli uccisi, ed evitare future possibili morti.
Distinti saluti
Francesca Maffei e Famiglia (Chiusole di Pomarolo)




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sabato 7 febbraio 2009

Lascia morire 6 animali, non potrà più allevare

IL SECOLO XIX
28 GENNAIO 2009
Lascia morire 6 animali non potrà più allevare
Innovativa sentenza a ventimiglia
Patrizia Mazzarello
 
Olivetta San Michele (IM). Il fatto che maltrattare gli animali sia un reato, è cosa nota a tutti. Ma una sentenza del giudice ventimigliese Paolo Luppi ha ora sancito un principio ancora più rigido. E cioè che chi viene sorpreso in atteggiamenti inequivocabili di maltrattamento e comportamenti inquadrabili addirittura come sevizie, non può essere mai più ritenuto idoneo ad accudire gli animali stessi. 
La sentenza del giudice Luppi, relativa ad un caso di maltrattamento avvenuto all'interno di un allevamento in Valle Roia, è stata depositata nei giorni scorsi ed è stata accolta con molta soddisfazione dalla Lega per la difesa del cane, che si era costituita parte civile nel procedimento contro un allevatore di Olivetta San Michele, Fulvio Pastor.
L'allevatore, ritenuto responsabile, in virtù del suo comportamento e del suo disinteresse, della morte di ben sei animali del suo allevamento è stato condannato a 6 mesi di reclusione, pena sospesa. Ma, soprattutto, in base alla stessa sentenza, come detto, l'imputato è stato interdetto da qualsiasi attività di trasporto, commercio ed allevamento di animali. Le bestie in suo possesso sono state dunque confiscate ed affidate in custodia ad altri allevatori.
La vicenda risale a diversi mesi fa. L'uomo, titolare di un piccolo allevamento ad Olivetta, secondo un'accusa verificata direttamente anche dalle guardie particolari della Lega per la difesa del cane, era accusato, con la sua imperizia, di aver provocato la morte di cinque capre ed un agnello, che erano stati confinati nel recinto senza adeguata copertura dalle intemperie ed in condizioni igieniche pessime. Gli animali, secondo quanto verificato, erano praticamente abbandonati a loro stessi e allo stesso tempo impossibilitati a trovare scampo con la fuga. Costretti a vivere di stenti, senza cure ed immersi nella sporcizia e nei loro escrementi, alla fine le bestiole erano morte.
L'allevatore, secondo quanto contenuto nel capo di accusa, avrebbe anche sottoposto a sevizie e a comportamenti giudicati dal giudice "insopportabili per le loro caratteristiche etologiche" pure un suino, una capra, un asino ed un cane di sua proprietà.
?Questa sentenza ¿- ha commentato ieri il responsabile della Lega del Cane di Ventimiglia, Danilo Roda - deve essere di monito a tutti coloro che possiedono animali di ogni tipo e razza e li considerano solo degli strumenti. Le nostre "guardie particolari", nominati da parte della Prefettura di Imperia, a questo proposito, stanno intensificando i controlli su tutto il territorio intemelio, in modo particolare per la tutela ed il benessere dei cani e dei gatti. Proprio le nostre guardie, sulla base di alcune segnalazioni, sono stati i primi ad effettuare un sopralluogo dove l'allevatore teneva gli animali maltrattati e morti?.

mercoledì 4 febbraio 2009

Qui entro con il mio amico!

Con tutte le vicende riguardanti animali che sento in questo periodo (vedi la morte del cavallo a Pergine) avevo quasi deciso di aspettare.
Ma spero partecipiate numerosi lo stesso.
Volevo iniziare una nuova sezione del blog.
La rubrica vuole far conoscere esercizi commerciali (bar, ristoranti, campeggi e hotel) in Trentino che permettono di far entrare anche i nostri amici a quattro zampe.
Non è una novità. C'è un bellissimo sito dogwelcome che da sempre mi aiuta ad organizzare le mie vacanze in Italia. Già perché i problemi sono sempre più numerosi proprio nel nostro Paese.
Mi piaceva scuotere anche questa provincia che vanta "natura meravigliosa e sensibilità" verso gli animali.
Forse così riusciremo a dare un po' di visibilità in più a coloro che gli animali li amano davvero.

martedì 3 febbraio 2009

Aiutiamo anche il bellissimo Luky (Adottato auguri!)

Luky: incrocio bovaro bernese/boxer, taglia grande, maschio, 4 anni, indole buonissima, abituato sia in casa sia in giardino.

domenica 1 febbraio 2009

STOP! BOCCONI AVVELENATI

Usare bocconi avvelenati ( e purtroppo le trappole che LIPU ed altre associazioni conoscono) anche per le volpi è un reato! E stop alla caccia nei luoghi dove si verificano tali atti (oltre a quelli di bracconaggio).

E tutti quelli che per anni hanno continuato a denunciare questi casi?!

Sembra tutta una scoperta recente,  questa vicenda. Per anni abbiamo continuato a manifestare la nostra perplessità nei riguardi dei circoli e delle associazioni di cacciatori. Mai nessuno ci ha risposto. Se ne sono lavati le mani come se loro non centrassero. E se anche è da ignoranti "fare di tutta un'erba un fascio", ci saremmo almeno aspettati un giro di vite e un controllo maggiore proprio da quei cacciatori che continuano a definirsi i difensori dell'equilibrio faunistico delle nostre montagne.




L'ADIGE

 FEBBRAIO 2009
 

BOCCONI AVVELENATI GESTI INCIVILI
Animali domestici e selvatici uccisi senza alcun motivo!

 

Provincia di Trento - Animali che iniziano a morire più che a star male, non si fa nemmeno in tempo a portarli dal veterinario. Increduli e scioccati gli amorevoli umani denunciano sul giornale e alle forze competenti l'accaduto con tanto di diagnosi medica. Azione spregevole, atto incivile, indescrivibile crudeltà nei confronti dei selvatici, dei domestici, dell'ambiente e dell'umanità che ignara pensa che il bosco sia un posto risanatore e vivificante. Pare che sia affidato al singolo il compito di ostacolare e far fronte a questa prassi di avvelenare. Non so con quali risultati ma ci sono leggi regionali, in Italia, che oltre a vietare l'utilizzo e la detenzione di esche avvelenate, prevedono delle azioni di intervento che vanno a colpire quelle zone dove avvengono questi delitti. Dopo gli accertamenti sulla base delle denunce o segnalazioni degli interessati o dei medici e visti i risultati delle analisi di laboratorio, "il Comune attiva con procedura d'urgenza e in collaborazione con l'Azienda unità sanitaria locale competente per la zona e la Polizia Provinciale, adeguata bonifica dell'area colpita. A tale attività, sotto il coordinamento della Polizia Provinciale e della Polizia Comunale possono collaborare anche le Guardie Giurate Volontarie, le Guardie Ambientali Volontarie nonché i proprietari o conduttori dei fondi interessati. La Provincia su richiesta del Comune territorialmente competente, dispone con urgenza la delimitazione dell'area perimetrale o dei punti di accesso , con avvisi e segnaletiche di pericolo." Una legge prevede anche il divieto di caccia in quelle zone per un periodo. Penso che questo aiuterebbe molto le coscienze e ad avere consapevolezza

Finalmente! E adesso i cacciatori si interroghino...


TRENTINO
30 GENNAIO 2009
 
Deposita bocconi avvelenati: preso
 
ROVERETO (TN). Stavolta l’hanno preso con le mani nel sacco. E lui, un cacciatore di circa 70 anni, non potendo negare di aver appena depositato una polpetta avvelenata nel bosco attorno a Folgaria sotto gli occhi delle guardie forestali, ha ammesso tutto: «Volevo sterminare le volpi, perchè aggrediscono la selvaggina». E’ stato denunciato per caccia fuori stagione con mezzi illegali.  Da tempo ormai la Forestale era sulle tracce di alcune persone sospettate di essere responsabili dell’avvelenamento di cani e animali d’affezione, presntatosi in numerosi casi negli ultimi mesi.  L’uomo è stato notato mercoledì mattina mentre passeggiava in modo circospetto in località Boschetti, un’area preboschiva che si trova a ridosso di una zona residenziale, nella zona ovest di Folgaria. Le guardie forestali, insospettite, lo hanno seguito da distanza, tenendolo marcato fino al momento in cui l’uomo ha estratto da una sacca un boccone avvelenato, depositandolo a terra. A quel punto i forestali della stazione di Folgaria, guidati dall’ispettore Bruno Sordo, si sono presentati. L’uomo ha tentato di scappare, poi ha cercato di sviare il discorso eludendo le domande sulla sua indentità. Così è stato accompagnato alla stazione del Corpo forestale, dove è stato raggiunto dall’ispettore distrettuale Claudio Anesi. L’interrogatorio non è durato molto, l’anziano cacciatore ha presto ammesso di aver depositato i bocconi - dei tranci di lucanica impregnata di un potente diserbante -, spiegandosi con l’intenzione di uccidere le volpi: «Mangiano selvaggina e la rubano a noi cacciatori». All’ovvia osservazione che così facendo esponeva a rischi mortali anche molte altre specie animali, sia selvatiche che domestiche, non ha saputo rispondere. «E’ il peggior caso di bracconaggio - commenta Claudio Zattoni, dirigente distrettuale della Forestale - perchè colpisce in maniera indiscriminata animali di affezione, come i cani domestici, e animali selvatici, come marmore, tassi, faine, volpi ed altri piccoli carnivori, la cui presenza è essenziale per garantire l’equilibrio dell’ecosistema». Dei rischi per gli altri animali, il cacciatore non si curava. «E’ un’operazione eseguita con grande superficialità - aggiunge Zattoni -, come certe derattizzazioni “fai da te”, alle quali si deve probabilmente più di qualche caso di avvelenamento di cani». L’uomo, agricoltore, aveva il patentino per usare diserbanti pericolosi, ma non ne ha fatto buon uso. E’ stato costretto dai forestali a tornare in località Boschetti e raccogliere una decina di bocconi avvelenati già depositati.

TRENTINO
30 GENNAIO 2009
 
E' allarme bocconi avvelenati
 
TRENTO. Allarme bocconi avvelenati in via Zara. Una signora ha raccolto nei giorni scorsi alcune polpette sospette sulla scalinata che scende dal Lungofersina, un luogo molto frequentato da persone con i propri animali domestici.  «Il mio cane stava mangiando due pezzettini di lardo - racconta la donna - ma io glieli ho tolti di bocca. Li avevano sminuzzati, probabilmente per non farli vedere dai padroni. Io li ho portati a fare analizzare per avere la certezza che fossero avvelenati».  Negli ultimi 15 giorni - dice ancora la lettrice - sono stati trovati diversi altri bocconi, questa volta sotto forma di polpette più grosse. Una situazione preoccupante, che la signora ha deciso di denunciare pubblicamente per mettere sull’avviso gli altri proprietari di cani e gatti.  Sulla scalinata è stato esposto anche un cartello.

L'ADIGE
30 GENNAIO 2009
 

Salame inzuppato di veleno: «Lo mettevo per le volpi»

 

Folgaria (TN) - «Volevo eliminare le volpi perché si mangiano la selvaggina». Si è difeso così il cacciatore di Folgaria denunciato dai forestali per aver seminato nel bosco bocconi avvelenati. Una spiegazione che, naturalmente, non gli è valsa come scusante. Anzi, come gli uomini della forestale hanno tentato di spiegargli, con quel gesto ha messo a repentaglio l'equilibrio di tutta la fauna del posto. I bocconi posizionati per tirare in trappola le volpi erano alla portata di tutti gli animali. «Farli morire in quel modo, dunque, tra atroci sofferenze - aggiunge il comandante Zattoni - è un modo per mettere a repentaglio l'equilibrio dell'intero sistema. Tanto più al giorno d'oggi che nei nostri boschi non ci sono più i lupi, gli orsi o la lince. La volpe è rimasta l'unico predatore ma quest'anno la sopravvivenza di molti esemplari è stata messa a dura prova dall'epidemia di cimurro». Presentando questo risultato, il comandante Zattoni ha messo in luce anche la preziosa attività di vigilanza che la forestale espleta tra i suoi compiti. Un'attività mirata a contrastare il bracconaggio, ma i cui risultati spesso non sono immediati. Nel periodo del disgelo viene intensificata, perché a quel tempo gli animali scendono a valle e si avvicinano agli abitati, dunque sono più a rischio.