martedì 14 aprile 2009

Benedetti e non: lettera al quotidiano Adige.

Benedetti e non

Sotto le macerie ci sono vite sospese, l’uomo debole animale indifeso e privo dell’acutezza dei sensi non sa dove cercare, non sente e non vede, piange nella sua impotenza. Un cane, con il suo fiuto, l’accortezza dei movimenti, l’istinto di sopravvivenza e l’infinita dedizione all’uomo, si ferma un attimo, allunga il muso tra le macerie, abbaia e muove la coda in segno di felicità. Li sotto c’è una persona ancora viva, lui lo sente e lo grida. Ai nostri Vescovi e Prelati che "hanno gongolato" per una piazza piena di “fedeli” per la benedizione delle moto, chiedo, ora, forse quel cane, quella “bestia” che sa donare se stessa per l’uomo, che esprime gioia nel salvare una vita umana, quel cane non merita forse la vostra riconoscenza? Non merita forse un segno di benevolenza? Benedite ciò che non ha anima né vita, ma rifiutate tale “grazia” al compagno più fedele, altruista e generoso dell’uomo. Perché?  

Laura

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