lunedì 22 giugno 2009

Pitbull legato sul balcone per una settimana senza cibo e acqua, ma per il Trentino non è maltrattamento!

da Laura da Marter di Roncegno (Trento):
Questo è il trentino, qui per maltrattamento si intende solo il caso in cui un cane viene ritrovato ferito o morto, con segni evidenti di percosse o violenza fisica volontaria e mentre il fatto viene compiuto. La maltenuta non viene mai presa in considerazione, quindi in trentino è lecito tenere i cani a catena corta, senza cuccia, con cibo scarso ed occasionale, con acqua putrida o assente per giorni (fino alla pioggia). Le leggi dello Stato qui non valgono e le sentenze della Corte Suprema di Cassazione, non "fanno legge"; il trentino NON é ITALIA (forse "Terzo Mondo"). Laura dal trentino
TRENTINO
19 GIUGNO 2009
Pitbull legato sul balcone ma non fu maltrattamento
ROVERETO (TN). Il povero pitbull - questa l’accusa rivolta ai due proprietari - se ne stette per una settimana sul balcone di casa, legato a una catena lunga appena 60 centimetri, senza ricevere nè cibo nè acqua. Fu un vicino, tre anni or sono ad Ala, che s’indignò per i guaiti del cane e avvertì l’autorità. Per Sasa e Dragana Vukojevic - 45 e 46 anni, residenti nell’appartamento in questione - scattò l’incriminazione per «maltrattamento d’animali», reato che nel codice penale è stato riformato pochi anni fa e sulla carta prevede ora non semplici ammende ma pene più aspre, non escluso il carcere fino a un anno. Ieri il processo in pubblico dibattimento, davanti al giudice unico Riccardo Dies: gli avvocati roveretani Tezzele e Soini sono riusciti a spuntare l’assoluzione piena dei due imputati, «perchè il fatto non sussiste». Non è stato provato, insomma, che i due abbiano - come richiede il codice - detenuto l’animale «in condizioni incompatibili con la sua natura e produttivi di gravi sofferenze». Il punto è proprio questo: la testimonianza ieri mattina della guardia zoofila Claudio D’Ingiullo, che nel gennaio 2006 si recò sul posto per prendersi cura del pitbull, è valsa a stabilire che il quadrupede non era conciato troppo male, non da far pensare davvero a sette giorni senz’acqua nè cibo. Un testimone prodotto dalla difesa ha altresì attestato che aveva ricevuto incarico di dare un’occhiata al pitbull e di rifocillarlo al bisogno. Non ci fu quindi un totale abbandono. Se è vero che quel cane non passò esattamente una settimana di wellness - e che quel balcone non era propriamente un albergo quattro stelle per i migliori amici dell’uomo - pure i precisi comportamenti previsti dal codice penale dopo la riforma di questo reato - che ora è «delitto» e non più semplice «contravvenzione» - non sono ravvisabili.

da www.bairo.info

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