venerdì 22 maggio 2009

Strage di ungulati: abbassate la velocità!

" [...] Infine, un’altra causa degli incidenti è l’alta velocità che alcuni automobilisti mantengono di notte anche sulle strade di montagna. «Gli incidenti vanno prevenuti sensibilizzando gli automobilisti affinché riducano la velocità sui tratti considerati più a rischio» consiglia Mauro Noses della Lipu di Trento"
Io aggiungerei che ciò succede anche durante il giorno. Spesso stradine interpoderali e di montagna vengono prese per vere e proprie scorciatoie. Essendo solitamente poco frequentate (e non sicuramente dalle forze dell'Ordine) permettono velocità molto elevate.
Mi riferisco ad alcune stradine della Valsugana, la "solita" strada vecchia Pergine-Levico (usata anche come facile discarica), le strade verso la Panarotta e molte altre.
Gli incidenti con gli ungulati possono succedere anche con le basse velocità, ma in questo caso capita spesso che ci si riesca a fermare.
Da piccola, con mio padre abbiamo investito un capriolo. Andavamo piano con la nostra "127" e dalle sponde del Piave è sbucato l'animale. Ho provato un dolore indescrivibile. Il più bell'animale che avessi mai visto. 
Nel giro di pochi secondi sono arrivati due cacciatori. Loro lo avevano spinto fino sulla strada, provinciale.



TRENTINO

20 MAGGIO 2009
Animali e auto, dura convivenza

TRENTO. È un trend in aumento quello degli incidenti stradali con ungulati in Trentino. Gli ultimi dati, quelli del 2008, parlano di 617 incidenti causati dall’attraversamento di caprioli, cervi, camosci, cinghiali, orsi e mufloni lungo le strade di montagna: un numero in crescita visto che nel 2007 si contavano 518 incidenti e quindici anni fa si arrivava solo a 223 casi. «Dati allarmanti» commenta Marco Dinetti della Lipu nazionale, intervenuto ieri in conferenza stampa assieme all’assessore ai lavori pubblici Alberto Pacher, che ha spiegato gli interventi della Provincia per prevenire questo tipo di scontri. È stata redatta anche una “mappa di sensibilità agli investimenti”, nella quale vengono messe in evidenza le strade più a rischio di incidenti. Nella top 20 c’è da segnalare la statale dal Tonale alla Mendola, nel tratto che porta all’abitato di Pellizzano e tra Ortisè e Menas, in località Termenago. Paese “sensibile” è anche Vezzano, dove pericolo di investimenti è alto, come nelle strade attorno a Cavalese e in Vallarsa. Per prevenire gli incidenti alcune strade sono state attrezzate dalla Provincia, come la statale 43 del Tonale e della Mendola, che è stata dotata di un sottopasso stradale per l’attraversamento degli ungulati. Nelle zone più a rischio, inoltre, sono stati posizionati dieci cartelli luminosi a rilevamento traffico per segnalare l’alta densità di passaggio di fauna. Altri 30 chilometri di strade sono stati dotati con catadiottri antifauna, ovvero dei dissuasori ottici riflettenti che vengono attivati dai fari delle auto e servono per spaventare gli animali. Nonostante il posizionamento della cartellonistica, gli incidenti sono però in aumento, soprattutto per cervo e capriolo che sono i più coinvolti. I picchi degli investimenti si hanno in primavera, soprattutto a maggio, e in autunno, tra ottobre e novembre, da mettere in relazione con la maggior mobilità degli animali in quei periodi. Ma perché sono in aumento gli incidenti? «L’aumento del numero della popolazione di cervi e caprioli - spiega Guido Benedetti, Servizio gestione strade della Provincia - e per la possibilità che ora c’è di fare denuncia e di essere risarciti dei danni». In caso di investimento di un animale selvatico, infatti, è obbligatorio comunicare il fatto entro un giorno al titolare della gestione del territorio e le domande di indennizzo devono essere presentate entro un mese dalla data d’investimento al Sevizio foreste e fauna. Infine, un’altra causa degli incidenti è l’alta velocità che alcuni automobilisti mantengono di notte anche sulle strade di montagna. «Gli incidenti vanno prevenuti sensibilizzando gli automobilisti affinché riducano la velocità sui tratti considerati più a rischio» consiglia Mauro Noses della Lipu di Trento

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