venerdì 15 maggio 2009

Abbiamo incontrato l'associazione cacciatori


La settimana scorsa abbiamo incontrato, presso la sede di Federcaccia, il presidente dell’associazione dei cacciatori, Sandro Flaim.

L’incontro è stato all’insegna della collaborazione.

Non condividiamo i metodi dei cacciatori nel controllo della fauna selvatica, ma siamo costretti a rispettare quanto stabilito dalla vigente legislazione e, fino a quando la caccia sarà ritenuta legale, noi proveremo a stabilire un dialogo costruttivo. L’incontro, da noi richiesto, partiva dalla necessità di affrontare alcune problematiche specifiche che coinvolgono anche il mondo dei cacciatori:

  • spargimento di bocconi avvelenati

  • modifica delle condizioni di detenzione dei cani da caccia

  • abbandono di cani non validi per l’attività venatoria

  • segnalazione e recupero di animali randagi in aree boschive

  • contrasto alla pratica del bracconaggio

Riguardo allo spargimento dei bocconi avvelenati, siamo consapevoli che non sono solo i cacciatori ad attuare questa infame pratica, ma è indubbia la presenza di soggetti che utilizzano le esche avvelenate anche tra loro. Quello che chiediamo è che i membri dell’associazione si attivino nella segnalazione tempestiva e nella bonifica delle aree interessate dal fenomeno, quindi nell’isolare ed eventualmente denunciare quanti tra i loro colleghi sono coinvolti.

Nell’attività della caccia i cani sono compagni indispensabili; proprio per questo motivo si chiede che vengano rispettati e trattati in modo degno, secondo le regole dettate dalla legislazione. Per questo, abbiamo chiesto la collaborazione dei cacciatori nel contrasto alla maltenuta e al maltrattamento dei cani da caccia, assieme all’offerta, da parte nostra, di occuparci del ricollocamento dei cani che si dimostrano non idonei all’attività venatoria che, ancora oggi, spesso vengono abbandonati in montagna o uccisi.

La legge prevede che i cani randagi o vaganti debbano essere catturati e ospitati in strutture idonee; purtroppo spesso i cani lasciati liberi dai proprietari nei boschi, si perdono, nella maggiore parte dei casi questi cani spariscono per sempre; dietro queste sparizioni può esserci la mano di qualche cacciatore zelante che ritiene ancora di dover abbattere i randagi, oppure la semplice perdita della traccia da parte del cane. In entrambi i casi una sensibilizzazione nel settore cacciatori, affinché segnalino alle forze dell’ordine la presenza di cani vaganti o, meglio, li catturino loro stessi consegnandoli agli addetti, può aiutare a recuperare animali smarriti e salvaguardare la fauna selvatica

Ed infine l’argomento bracconaggio, pratica antica quanto la caccia e ancora molto radicata in diverse aree del trentino. Ai cacciatori si chiede di contrastare tale pratica, di isolare e denunciare i colleghi sleali che praticano il bracconaggio: cacciando fuori dai periodi consentiti, utilizzando sistemi vietati quali archetti, tagliole, reti per uccellagione ecc.

Il presidente dell’associazione si è dimostrato disponibile e già impegnato riguardo il contrasto al bracconaggio. Relativamente ai cani detenuti per la caccia, ha evidenziato come stia cambiando la mentalità e come sia incentivata dall’associazione stessa la pratica dell’addestramento e della selezione degli esemplari. Disponibilità è stata offerta per quanto riguarda gli animali vaganti, evidenziando comunque come spesso non si sappia a chi rivolgersi o chi di dovere non sia disponibile o reperibile.

Ora speriamo che si mantenga il rapporto e che i fatti supportino le parole.

Laura Srefancich, Vicepresidente OIPA Sez. Trento e Provincia



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