lunedì 9 marzo 2009

La provincia ne combina un'altra...

TRENTINO
7 MARZO 2009
 
Mufloni abbattuti, cacciatori indignati
 
FOLGARIA (TN). Da dove siano venuti è difficile saperlo. Certo è che da un paio d’anni a questa parte, sulle montagne di Folgaria, s’aggira un nutrito gruppo di mufloni, mammifero della sottofamiglia dei caprini dalle caratteristiche corna a spirale. La novità è molto piaciuta ai cacciatori del gruppo locale che, contrariamente a quanto si sarebbe forse portati a pensare, si sono subito presi cura degli animali, provvedendo anche alla loro nutrizione durante i mesi invernali e, in particolare, negli ultimi nevosi mesi. Ma per la Provincia vanno abbattuti, in quanto specie non autoctona.  La decisione della Provincia è stata subito applicata dalle guardie forestali che, non molto tempo fa, hanno iniziato ad eliminare i primi capi. L’ordine di Trento, pur incomprensibile, verrebbe anche accettato dai cacciatori folgaretani se non fosse che nel territorio del comune di Lavarone, che confina con quello della Magnifica Comunità, un piccolo gruppo di mufloni continua a vivere tranquillo e sereno dato che lì, nei loro confronti, non è stata emessa nessuna sentenza di morte. «Non capisco perché si debba ammazzarli - sbotta Gerola - dato che non provocano alcun danno a flora o fauna, e nemmeno capisco questo disequilibrio normativo che condanna i mufloni del nostro territorio, ma lascia vivere quelli di Lavarone, almeno fino a quando se ne stanno buoni buoni all’interno dei loro confini. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse il senso di una simile operazione». Sul fatto poi, che gli animali non siano autoctoni, un altro cacciatore dell’altopiano ha le idee chiare. «L’ambiente è in continua evoluzione: se quegli animali sono arrivati fino a noi un motivo c’è e mi sembra assurdo cercare di opporsi a simili cambiamenti, che certo non sono catastrofici. E poi, quanto sta accadendo qui sull’altopiano è l’esatto opposto di quanto sta avvenendo sul Brenta meridionale. Anche lì esiste una colonia di mufloni, ma non se ne impone l’abbattimento. Anzi, la pianificazione venatoria, la programmazione dei censimenti e le assegnazioni sono coordinate dagli organi provinciali con i cacciatori di Stenico».

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