TRENTINO
14 MARZO 2009
Cibo killer, come prevenirlo
Chiara Girardi
TRENTO. L’insidia è nel piatto, anzi nella ciotola. E’ arrivato anche in Italia il cibo killer per pets alla melamina, che negli Stati Uniti ha già provocato la morte di centinaia di cani. La morte sospetta di 2 cani nel trevigiano, sottoposti ad autopsia ha rivelato livelli di melamina 560 volte superiori al limite massimo consentito dalle normative vigenti nelle farine di due lotti della produzione di una ditta italiana (mangime Duck & Barley con lotto 099, e nel Mangime C1 con lotto 094), la Diusapet Srl di Marzano (Pavia). Abbiamo approfondito la questione, sia dal punto di vista “commerciale” che da quello veterinario con Alberto Mattivi, dirigente dell’Unità operativa Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria della Provincia di Trento e col presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari del Trentino, Alberto Aloisi. Dottor Mattivi, le farine utilizzate dall’azienda sono indicate come “comunitarie”. Ci sono rischi in Europa? Bisogna vedere come queste farine sono arrivate in territorio comunitario. Bisogna ricostruirne il percorso. La maggior frequenza dei controlli è comunque già un buon deterrente. Appena viene svelata l’esistenza di composti tossici si estendono i controlli e le loro frequenze e il fenomeno scompare. Cos’è la melamina? E’ un composto chimico di sintesi a largo utilizzo industriale. E’ un componente delle colle e delle plastiche. Non è autorizzata come additivo in ambito alimentare. Falsa il livello di concentrazione delle proteine. E’ quello che è successo col latte in Cina: anche se annacquato, sembrava ricco di proteine. Cosa avviene quando viene rilevato un cibo tossico? In Europa esiste un sistema di allerta rapido per ritirare dal commercio il prodotto quando se ne segnala la tossicità. Grazie alla tracciabilità dei prodotti si riesce ad effettuare il ritiro in un solo giorno. Poi vengono effettuate le indagini: da dove viene, dove è stato prodotto, eccetera. Negli anni successivi continua il monitoraggio su quella sostanza. La ditta che produce quei prodotti deve avvisare i rivenditori che devono bloccare le merci che poi vengono distrutte. Se il prodotto non viene recuperato, le sanzioni sono pesantissime. Gli altri lotti dell’azienda sono poi oggetto di campionamento. In quali dosi il prodotto alla melamina provoca la morte dell’animale? La singola somministrazione o un’intera confezione non causeranno mai danni all’animale. E’ la somministrazione per mesi che provoca danni irreversibili. Qual è la situazione in Italia? L’emergenza è piuttosto recente e le prove di ricerca della melamina sono accreditate da 2 anni. In Italia dai rilievi fatti i questi mesi la situazione era rassicurante. L’anno scorso sono state fatte delle ricerche sulla produzione, ma non in Trentino perché è una regione di utilizzo delle farine animali ma non di produzione.
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