da l'Alto Adige 3 MARZO 2009
Bocconi avvelenati a Castelfeder
Massimiliano Bona
MONTAGNA (TN). Vivo per miracolo dopo aver ingerito un boccone di carne avvelenata all’interno del biotopo di Castelfeder. Un cucciolo di Hovawart si è salvato, lo scorso fine settimana, solamente grazie alla prontezza di spirito del suo padrone che lo ha portato da un veterinario di Mezzocorona. Altri due cani erano stati salvati, in extremis, nel novembre 2005. Indagano i carabinieri di Egna. «Stavo passeggiando con il mio cucciolo di 5 mesi e mezzo all’interno del biotopo. Sono arrivato in prossimità di un cartello, nel quale si fa riferimento all’area protetta di Castelfeder, quando ho notato il cane mangiare un boccone di carne macinata di colore rosa, grande come una tazzina di caffè. All’interno di questa polpettina c’erano palline verdi e rosse. Ho preso paura ed ho portato il cucciolo dal veterinario». Quest’ultimo non ha avuto dubbi: veleno per topi. Che può essere letale. Il veterinario ha prescritto una terapia di contrasto a base di vitamina K ed ha spiegato al padrone dell’animale, un giovane della Bassa Atesina, quali sono gli effetti del veleno. «Nei primi due giorni non ci sono sintomi, mentre dal terzo il cane è assente, svogliato. A partire dal quarto giorno sono possibili emorragie interne, che colpiscono stomaco, polmoni e intestino. Al quinto giorno, invece, ci sono alte probabilità che il cane muoia». Il proprietario, soprattutto per evitare il ripetersi di casi analoghi, ha preferito avvisare i carabinieri di Egna. E non è da escludere che nei prossimi giorni vengano disposte delle analisi dall’Asl per capire che tipo di veleno è stato impiegato. Anche ieri il cucciolo di Hovawart (da “Hova“ che significa corte e “Wart“ guardiano) - un cane di origine germanica, molto noto e diffuso fin dal Medioevo - non era particolarmente vispo, tanto che il padrone lo ha dovuto portare una seconda volta dal veterinario. Nel frattempo la notizia si è diffusa in tutta la zona e c’è chi ha iniziato un’azione di volantinaggio tra Montagna e Ora. Non molti sanno che, a fine 2008, è entrata in vigore un’ordinanza, firmata dal sottosegretario alla salute, Francesca Martini, che sancisce su tutto il territorio nazionale il divieto di utilizzo e detenzione di esche o bocconi avvelenati. Il provvedimento, dice il Ministero, «ha lo scopo di prevenire i rischi diretti per la salute dell’uomo e degli animali nonché quelli derivanti dalla contaminazione ambientale». Anche per tutti i veterinari in caso di sospetto di avvelenamento scatta l’obbligo di dare immediata comunicazione al sindaco e al servizio veterinario dell’Asl.
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