"Spero di poter far capire alla gente quanto gli animali siano indifesi, dipendenti da noi e fiduciosi. Gli animali sono un nostro obbligo, una responsabilità che non possiamo negare, ne violare esercitando la crudeltà" James Herriot
mercoledì 31 dicembre 2008
Ancora Scurelle, il suo presepe e quello di Levico
martedì 23 dicembre 2008
Nelle riserve dell'alto Bellunese, la caccia è sospesa.
21 DICEMBRE 2008
Caccia sospesa nelle riserve
BELLUNO. Comelico, Pieve di Cadore, Cortina: continua la sospensione della caccia nelle riserve dell’Alto Bellunese, in seguito al maltempo delle settimane scorse. Ieri, infatti, alla scadenza della disposizione d’emergenza emessa dalla Provincia di Belluno che aveva chiuso temporaneamente la caccia per la troppa neve, i presidenti delle riserve, in base alla delega concessagli da palazzo Piloni, hanno deciso di prorogare lo stop. Un’interruzione momentanea per venire in aiuto soprattutto ai caprioli, la specie degli ungulati più colpita dalle forti nevicate. L’eccezionalità meteorologica, infatti, aveva messo in serie difficoltà questi animali dalla stazza esile, incapaci di muoversi tra i metri di neve fresca. La polizia provinciale sta monitorando la situazione. «Attualmente non abbiamo segnalazioni di particolari stati di sofferenza», dice la guardia Franco De Bon, «anche se il capriolo, rispetto al camoscio o al cervo, è più delicato. Ha infatti bisogno di cibo più sostanzioso e nutriente per sopravvivere. Non può, tanto per capirsi, mangiare le erbe secche come fa il muflone». Sono stati comunque, momenti e giorni difficili per gli animali di montagna. [...] A San Vito di Cadore sono stati aperti ben 20 punti di alimentazione. E se i primi giorni la situazione era davvero drammatica, adesso, dopo le piogge e il freddo, la bianca coltre si è consolidata. In questo modo anche i caprioli potranno muoversi e cercare un salice o qualche altra pianta da cui trarre nutrimento.
venerdì 19 dicembre 2008
SABATO 20 DICEMBRE: fiaccolata a Trento per gli animali
"PORTEREMO UNA FIACCOLA LUNGO LE VIE DI TRENTO, UNA LUCE DI SPERANZA PER MILIONI DI ANIMALI, UNA LUCE DI DENUNCIA" PER TUTTI I MALTRATTAMENTI CHE GLI ANIMALI SUBISCONO QUOTIDIANAMENTE
Ricorderemo anche Jurka, l’orsa che è diventata un simbolo della sopraffazione dell’uomo sugli animali!
Ci incontriamo in via OssMazzurana alle ore 16.00 e percorreremo le vie del centro di Trento dalle ore 16.30 alle ore 17.30/18.00
Contiamo sulla vostra presenza!
Noi di OIPA Trento e Provincia ci saremo.
mercoledì 17 dicembre 2008
Katzenbabies (Grazie Micaela)
giovedì 11 dicembre 2008
Traffico di rifiuti, otto arresti.
mercoledì 10 dicembre 2008
Belle storie di fine anno.
lunedì 8 dicembre 2008
Il caso della stalla di Scurelle
20 Settembre 2008: alcuni pazzi sadici colpiscono (crediamo per vendetta o per impedire la partecipazione ad un importante concorso della Valsugana) in una stalla di Scurelle e ustionano gli animali. Le condizioni in cui vengono trovate le manze sono così gravi che alcuni esemplari non ce la faranno a sopravvivere.
Anche la seconda mucca, ferita e ustionata, della stalla a Scurelle è stata, purtroppo, abbattuta. Le sue condizioni sono andate sempre peggiorando e, in ultimo, aveva le gambe gonfie, non si alzava più e aveva smesso di mangiare. Anche la manza grigia (bellissima) rischia la soppressione perché ha le mammelle completamente distrutte dal fuoco. Lei è guarita, ma non potrà mai produrre latte. Stiamo cercando di convincere il proprietario a non abbatterla ma regalarla a qualcuno che la voglia per "compagnia", dopo quello che ha sofferto sarebbe ingiusto ucciderla.
Ancora una volta qualche precisazione
Presepe di Scurelle: se esistono gli angeli, volano altrove
Quel ciclone di Rudy (purtroppo è entrato in canile. Ma potreste ancora aiutarlo!)
giovedì 4 dicembre 2008
Presepe di Scurelle: asini e ali d' angelo
domenica 30 novembre 2008
sabato 29 novembre 2008
Mucche denutrite e cavalli feriti: maxi multa.
In Provincia di Torino succede questo:
L'allevatore dovrà pagare oltre 20 mila euro per i maltrattamenti inflitti agli animali, trovati dalle guardie della Lida (Lega Italiana per i Diritti degli Animali).
Questo è quello che dovrebbe succedere a quegli individui che maltrattano gli animali "da reddito". Maxi multa e sequestro degli animali che verranno curati e si provvederà ad una più adatta sistemazione in altre strutture.
Siamo già stati "spettatori" in passato di vicende simili in Provincia di Trento. Mai che un caso si sia risolto, secondo la legge, in questo modo. Tutto è passato in sordina fino a cadere nel dimenticatoio. Non nel nostro, ovviamente.
La legge non è uguale per tutti?
giovedì 20 novembre 2008
lunedì 17 novembre 2008
Basta omertà tra i cacciatori! STOP a tutta la caccia quando c'è il bracconaggio.
TRENTINO
15 NOVEMBRE 2008
Rapaci impallinati, è emergenza
Chiara Girardi
TRENTO. L’aquila reale impallinata a Canale di Tenno non ce l’ha fatta. Trovata ferita il 7 novembre, è morta nel fine settimana nel Centro di Recupero Avifauna selvatica regionale a Trento. Abbiamo parlato con Sergio Merz, responsabile del Centro, dal 2007 in località San Rocco di Villazzano, per commentare la vicenda. Sono frequenti i rapaci impallinati da cacciatori? Sì. In questo periodo c’è una vera e propria emergenza. A volte invece si feriscono sbattendo da qualche parte ma spesso nel corso della radiografia si vede che sono stati anche impallinati. Come si soccorre un uccello ferito? Dipende dalla specie, ma in generale si devono mettere in una scatola con dei fori per l’aria. Non si deve assolutamente somministrare loro nulla, nessun tipo di cibo visto che non se ne conosce il problema. Il passo successivo è chiamare il Cras (0461 931481; cell. 3402491886; 3402424237, attivo dalle 08 alle 20 ogni giorno) oppure i forestali. Cosa si deve fare se si incontra un piccolo che vola male? Il 50% dei nidiacei andavano lasciati dov’erano. Siccome non sono ancora in grado di volare bene, sono alimentati a terra dai genitori. Devono essere raccolti solo se sono davvero in pericolo, ad esempio se sono su una strada. Dei rapaci notturni spesso siamo in grado di ritrovare i nidi e li riportiamo lì. Gli altri invece li dobbiamo allevare. Come vengono curati gli uccelli al Cras? Vengono subito portati dal veterinario che, dopo le radiografie, fa la diagnosi e prescrive la terapia. Gli animali vengono quindi portati al Centro di Recupero. In base alle menomazioni, alle ferite o alle fratture, somministriamo gli antibiotici e i medicinali prescritti o li teniamo in uno spazio ristretto se hanno fratture da consolidare. Dopo la permanenza, di durata variabile, nella stanza di degenza, è il momento della stanza di riabilitazione al volo. Qui i volatili restano una settimana nel tunnel di volo, di 24 metri di lunghezza e 3,5 di larghezza. E’ uno dei tunnel più grandi d’Italia ed è ideale per riabilitare anche aquile e rapaci. In quale percentuale e dove vengono liberati gli uccelli? Dei 400 uccelli che ospitiamo all’anno, il 45-50% viene liberato. Gli altri, soggetti non recuperati, sono utilizzati nelle attività didattiche. Alcuni invece muoiono o vengono soppressi tramite l’eutanasia. Le specie sedentarie vengono liberate nel luogo del ritrovamento, soprattutto nel periodo dell’accoppiamento perché potrebbero far parte di una coppia e lì vicino potrebbe esserci un nido e dei piccoli. Gli esemplari giovani invece possono essere liberati anche lontano dal luogo del ritrovamento. Organizzate laboratori didattici? Sì, momenti di educazione ambientale e di etologia ma non si vedono gli animali. Per vedere gli animali bisogna andare allo zoo! Noi prediligiamo il benessere degli animali e non li vogliamo stressare troppo. Per questo non facciamo molta pubblicità al Centro e non vogliamo riprese televisive, se non al momento della liberazione. Tornando all’aquila impallinata... C’è stato tanto clamore ma iniziative legislative zero. Non si può accettare che venga impallinato un esemplare di una specie protetta e non succeda nulla. Come Lipu proporremo di chiudere la caccia dove si verificano grandi episodi di bracconaggio. C’è una specie di omertà. I cacciatori sanno chi sono i responsabili e tacciono. Dovrebbero invece isolare queste mele marce.
venerdì 14 novembre 2008
A proposito di animali imbalsamati e di chi non la pensa come noi.
12 NOVEMBRE 2008
In mostra al Museo gli animali impagliati
RIVA (TN). Forse solo qualche vecchio cacciatore, a nominargli il porciglione riuscirebbe ad associarvi l’immagine d’un volatile frequentatore di canneti e zone umide, una volta abbastanza frequente lungo le sponde del Garda. Domani sera, in sala conferenze della Rocca, il pennuto verrà presentato assieme ai 163 colleghi, tutti impagliati, che costituiscono parte del patrimonio faunistico del museo civico, frutto di donazioni di cittadini rivani, restaurato e ricatalogato dalla cooperativa Albatros per poter essere rimesso in mostra, anche per gli studiosi. Nel vecchio museo degli anni Cinquanta la sezione naturalistica rappresentava un momento importante del percorso espositivo, con una lunga parata di animali impagliati provenienti da donazioni. L’abitudine di donare al Museo dei pezzi ritenuti importanti per le collezioni, continuò fino al 1965, tanto che si giunse al considerevole numero di 164 pezzi. Ora Claudio Torboli, della cooperativa Albatros di Trento, ha appena terminato un intervento nato dalla necessità di garantire un’adeguata manutenzione degli animali, sottoposti all’aggressione di agenti batterici; inoltre si è voluta realizzare un’operazione di catalogazione scientifica, per dare ulteriore precisione alla documentazione alla luce delle più recenti revisioni tassonomiche. L’accesso alla collezione è offerto anche agli studiosi, che potranno consultare via web il catalogo degli animali. A fine lavoro, il risultato che emerge è di estremo interesse. Da un lato la collezione rispecchia una sensibilità culturale lontana dall’attuale. Gli animali nelle loro pose propongono l’idea di un museo naturalistico come una «wunderkammer», una «stanza delle meraviglie», com’era nella maggior parte delle collezioni dell’arco alpino, dove il visitatore era invitato a cogliere gli aspetti spettacolari dell’animale, quasi gli stereotipi associati ad esso. Oggi, con la nascita dei musei scientifici e soprattutto con una sensibilità diversa verso il mondo animale questa forma di collezionismo naturalistico avvicina forse meno il grande pubblico. Ma vi è un altro risultato di questa operazione. Gli animali conservati, soprattutto di volatili, restituiscono tracce certe di un territorio naturale ormai lontano, caratterizzato da un habitat tipicamente lacustre, con specie ormai rare come il voltolino e il porcigliorne e da ambienti umidi, canneti e fasce di vegetazione ripariale. Sicuramente, ne è sicuro indizio la collezione, l’Alto Garda si presentava con caratteristiche naturali diverse da quelle attuali che i mutamenti climatici e gli insediamenti antropici a ridosso delle rive del lago hanno eclissato.
giovedì 13 novembre 2008
La battaglia da imitare contro i bocconi avvelenati.
Responsabile: D.ssa Annunziatella Gasparini
Tel.:06/59945289-5397 mail:ufficiostampa@sanita.it
Lungotevere Ripa,1- 00153 Roma
Comunicato stampa 10 novembre 2008
Ministero del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali
UFFICIO STAMPA
Martini: bocconi killer, giro di vite del Governo "Barbarie verso i cani e grave attentato alla salute pubblica, urgente stanare i responsabili"
In riferimento alla sempre più pressante necessità di contrastare la diffusione nell'ambiente di esche o bocconi contenenti sostanze nocive o veleni finalizzati all'uccisione di cani, e sovente utilizzati anche durante la stagione venatoria, il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha oggi sottolineato il gravissimo danno che viene perpetrato attraverso questo reato penale nei confronti degli animali e dell'ambiente, oltre a rappresentare un vero attentato anche alla salute pubblica soprattutto per l'alto rischio a cui espone i bambini che dovessero entrare in contatto con esse.
A tal fine il Sottosegretario Martini ha tenuto oggi a Verona, presso la Provincia, un vertice con istituzioni pubbliche, associazionismo e Corpi dello Stato coinvolti nella tutela del territorio.
Il Sottosegretario ha dichiarato: "Ritengo necessario emanare in tempi brevissimi un'ordinanza che rafforzi il quadro normativo atto a tutelare la salute pubblica salvaguardando l'incolumità delle persone, degli animali e dell'ambiente dallo
spargimento di esche contenenti sostanze nocive o bocconi avvelenati. I capisaldi del provvedimento riguarderanno: l'obbligo da parte del padrone o del responsabile dell'animale nonché da parte delle pubbliche istituzioni in caso di fauna selvatica di denunciare l'avvelenamento o il rinvenimento delle esche; il pieno coinvolgimento della veterinaria e degli Istituti zoo-profilattici sperimentali ai fini dell'espletamento delle analisi sulle esche; l'obbligo di bonifica dell'area contaminata attraverso la sua delimitazione oltre a un giro di vite teso a un corretto utilizzo e catalogazione di sostanze purtroppo utilizzate a fine illegale.
Responsabile: D.ssa Annunziatella Gasparini
Tel.:06/59945289-5397 mail:ufficiostampa@sanita.it
Lungotevere Ripa,1- 00153 Roma
mercoledì 12 novembre 2008
Collaboriamo e diamo un aiuto a Nico (adottato auguri)
lunedì 10 novembre 2008
cacciatori&cacciatori
8 NOVEMBRE 2008
Aquila reale impallinata nel tennese
TENNO (TN). Impallinata. Per quasi tutta la giornata di ieri s’è pensato che lo stupendo esemplare di aquila reale - uno dei diversi che vivono in zona - rimasta intrappolato tra le spine e recuperato ieri mattina a Canale di Tenno fosse rimasto vittima di un incidente nel corso di una sua battuta di caccia. Invece, gli esami radiografici cui la regina dei cieli è stata sottoposta presso il Centro di Recupero della Lipu, a Trento, hanno rivelato che il maestoso volatile era stato impallinato da qualche imbecille. A trovare l’animale, verso le 9 di ieri, era stato il cane di una signora che per caso si trovava a passeggiare su una stradina della frazione tennese. L’abbaiare dell’animale aveva rivelato la presenza dell’aquila, bloccata in un roveto ai bordi di un piccolo corso d’acqua. Poco lontani i resti di una gallina morta, ghermita dal predatore alato nel vicino pollaio di Gilberto Bonomi. Immediato è scattato l’allarme e il dottor Alessandro de Guelmi, veterinario dell’Azienda Sanitaria, è salito a Canale. Viva, spaventata, completamente fradicia per la notte passata sotto la pioggia e in evidente stato di ipotermia, l’aquila è stata recuperata da due vigili del fuoco di Tenno - Antonino Leoni e Mario Sbarberi - e quindi affidata al medico che in ambulatorio l’ha asciugata, riscaldata e rifocillata. «È un esemplare stupendo, nato durante l’ultimo anno - spiega il veterinario, comprensibilmente contrariato - ed era molto affamato. In casi simili, una volta ristabilita l’aquila viene rimessa subito in libertà, ma i tentativi di liberarla compiuti dalle Guardie Forestali, che l’avevano condotta in località Mandrea, si sono rivelati inutili». Di volare, il grande rapace proprio non ne ha voluto sapere. E così, è stato affidato ai volontari della Lipu che in serata hanno svelato la causa di tutti i problemi: nell’animale c’erano diversi pallini calibro 12. Si salverà? «Il fatto che avesse molto appetito è un buon segnale - conclude de Guelmi - ma non dimentichiamo che sempre di pallini si tratta». Superfluo ogni commento.
8 NOVEMBRE 2008
Gatta morta a Tres: è stata impallinata
TRES (TN). Non è stato un pallino che l’ha colpita per caso ad ucciderla. Nel corpo di Mina, una gatta nera dal pelo lungo adottata circa due anni fa da una famiglia di Tres, il veterinario ha trovato tanti pallini come se, chi ha sparato, avesse mirato verso di lei. L’animale è stato ucciso giovedì pomeriggio a Tres e questa mattina la sua proprietaria farà denuncia ai carabinieri. Un altro animale morto per mano di un uomo. La cronaca è purtroppo ricca di notizie di questo genere. Il nuovo allarme arriva da Tres. Mina era stata adottata da una famiglia del paese un paio di anni fa. Era una trovatella. Una signora l’aveva scoperta davanti alla sua porta e l’aveva portata a dei conoscenti che avevano perso da poco un altro gatto, investito da un’auto. Da quel momento Mina era diventata parte integrante della famiglia. Aveva anche aiutato, a modo suo, a cercare di superare il trauma della morte di un figlio. Di giorni girava fra i meli, la sera tornava sempre a casa per farsi fare accarezzare e dormire. A quanto pare non aveva mai dato fastidio a nessuno, nessuno si era lamentato di lei. Poi lo sparo. Il colpo è stato sentito nitidamente dalla padrona della gatta che uscita, non aveva visto nessuno se non un uomo che andava verso la sua abitazione. La donna ha iniziato a chiamare Mina ma, diversamente dalle altre volte, la gatta non le era andata incontro. Era troppo tardi per cercarla e la signora lo ha fatto il giorno dopo l’ha trovata su un melo, a nemmeno cento metri da casa. Era immobile, morta. Mina è stata portata dal veterinario a Mezzolombardo e si è così scoperto che era piena di pallini, pallini che l’aveva uccisa. Chi ha sparato difficilmente poteva averla scambiata per un altro animale e lo ha fatto in paese, fra le case.
mercoledì 5 novembre 2008
Perchè se la prende?! Ci sono cose più gravi nella vita...(parte 1#)
Serata con il Consigliere Bombarda
lunedì 3 novembre 2008
La presenza delle nutrie diventa un problema anche nell'alto Garda.
31 OTTOBRE 2008
Sterminare le nutrie: scelta assurda
ALTO GARDA. «Non credo che vogliano risolvere davvero il problema. Credo piuttosto che abbiano solo voglia di mettere mano ai fucili per sparare a quelle povere bestiole». Cacciatore pentito, animalista convinto e realizzatore di splendidi filmati naturalistici, Andrea Frapporti non ha alcuna intenzione di abbassare bandiera bianca di fronte a chi - in questo caso si tratta del Comitato Faunisitico provinciale - propone la “soluzione finale” per la numerosa comunità di nutrie insediatasi in questi ultimi anni sulle rive del lago di Garda e lungo quelle del fiume Sarca. «È vero che non si tratta di specie autoctone - spiega Frapporti - ma non mi sembra un motivo sufficiente per fare una strage di queste povere bestiole. Anche perché non solo sono praticamente invisibili, tanto che sfido chiunque a cercare di localizzarne una, ma soprattutto perché, nutrendosi di alghe ed erbe, compiono un’importante opera di pulizia delle acque». Frapporti nega in maniera categorica anche che le nutrie possano essere dannose per gli argini dei corsi d’acqua, per le coltivazioni o per l’avifauna. «Alla diga di Mori - continua - alcune coppie sono stanziali da anni e non hanno mai creato alcun problema. È vero, sono golosi di barbabietole, ma se qualcuno deve lamentarsi sono i coltivatori del mantovano, non certo i trentini. Per quanto riguarda gli argini, mi risulta davvero difficile che le loro poche tane possano creare pericoli. Anche perché, almeno per quanto riguarda il Sarca, gran parte delle sponde sono cementificate». Per Frapporti, insomma, la guerra totale ai simpatici roditori originari del Sudamerica, arrivati in Europa e in Italia come animali da pelliccia, non trova alcuna giustificazione plausibile. Oltre al fatto che sarebbe anche inutile. «Ogni coppia - conclude - occupa un territorio ben determinato e se venisse eliminata lascerebbe spazio ad altri esemplari, che prenderebbero subito possesso del territorio rimasto libero. E poi, esiste già la selezione naturale garantita dai predatori. Sì, perché chi dice che non hanno predatori afferma il falso: aquila reale, falco e volpe predano le nutrie, mantenendo il loro numero costante. Non c’è alcuna necessità di abbatterle, dunque».
giovedì 30 ottobre 2008
Animali e condominio
Un batuffolo rosa e grigio (Adottata! Auguri)
martedì 28 ottobre 2008
Bocconi avvelenati vicino al paese di Sover
lunedì 27 ottobre 2008
Cormorani e la risposta della LIPU alle nostre domande
la nostra associazione Oipa Sezione Trento e Provincia, si è accorta da qualche tempo di quanto sia sentito il problema dei cormorani per la salvaguardia della fauna ittica dei laghi sia in Trentino che nel Bellunese.
Già nell'anno 2005-2006 si parlava di un necessario quanto urgente censimento e controllo della popolazione di questi uccelli tramite l'allontanamento con mezzi dissuasori associati ad abbattimenti.
Scriviamo questa mail perché abbiamo più volte dovuto dubitare della necessità di certi interventi nel nostro territorio (non riguardanti ovviamente solo i cormorani), interventi dove la protezione dell'ambiente naturale è stato un escamotage per la “salvaguardia” delle categorie di cacciatori e pescatori.
L'abbattimento dei cormorani viene trattato sottovoce quasi fosse assolutamente fuori controllo (vedi il lago di Busche in provincia di Belluno che sappiamo essere punto di osservazione proprio della Lipu).
Nella speranza che possiate darci qualche informazione aggiuntiva, Vi ringraziamo porgendoVi i nostri distinti saluti.
Buon Giorno
Il comitato faunistico, assenti per protesta i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, ha deliberato l'abbattimento di 30 esemplari di Cormorano a scopo dissuasivo e per accontentare i pescatori che hanno identificato erroneamente il Cormorano come causa della carenza di pesce.
Chiaramente un capro espiatorio non veritiero, ma quanto basta per far tacere gli iscritti all'associazione pescatori. I cacciatori comunque non si sono tirati indietro e hanno votato la proposta.
Come sempre invece che affrontare il problema della mancanza d'acqua nei torrenti ed i flussi irregolari di portata o l'inquinamento, si uccidono specie che in fin dei conti si devono pur alimentare, non con 400-500 grammi pubblicizzati dai giornali ma con 250 grammi di pesce giornaliero. L'azione dell'abbattimento non influirà minimamente sulla popolazione di pesce, ma influirà sulla popolazione di Cormorani che sono cacciati in deroga alle specie previste dalla legge provinciale 24/1991 e dalla legge nazionale sulla fauna 157/1992.
Cordiali saluti
Il delegato LIPU Merz Sergio
Precisazione sempre del delegato LIPU di Trento: abbiamo protestato " [...] perché nella stessa seduta è stato approvato l'apertura del Roccolo che fornisce uccelli da richiamo ai cacciatori. Non volevamo avallare con la nostra presenza tale decisione in quanto i nostri 4 voti contrari non potevano contare nulla contro i 14 a favore".
Otto domande ai candidati alla presidenza della provincia
giovedì 23 ottobre 2008
Dolce Kino! (adottato, Auguri!)
mercoledì 22 ottobre 2008
Animali imbalsamati a Natale
sabato 18 ottobre 2008
La serata di Emergency
Servizio Sanitario Convezionato gratuito per cani e gatti.
"Con il disegno di legge n. 1069, che vede come prime firmatarie la senatrice Silvana Amati del PD e la senatrice Laura Bianconi del PDL ci si propone di introdurre nel nostro ordinamento legislativo un insieme di misure necessarie alla tutela e alla salvaguardia degli animali di affezione. In primo luogo, si prevede l'istituzione del Servizio sanitario veterinario convenzionato per cani e gatti, interamente gratuito, i cui beneficiari siano affidati a persone esenti alla partecipazione dalle spese del servizio sanitario nazionale per motivi di reddito. Sono sempre più numerose, nel nostro Paese, le famiglie che possiedono o desiderano possedere un animale che finisce con il diventare, a tutti gli effetti, un membro della famiglia. Ciò è ancor più vero nel caso degli anziani, per i quali il cane e il gatto a volte rappresentano l'unica compagnia e ragione di conforto, senza contare il fondamentale ruolo svolto dagli animali impiegati nelle terapie ed attività per fini curativi e riabilitativi. Risulta evidente, pertanto, la necessità di agevolare il possesso degli animali di affezione, nonché l'affido e la cura di quelli che vengono abbandonati, oltre che l'opera encomiabile dei volontari che si prodigano, a proprie spese, nel mantenimento di tanti animali abbandonati.Sono poi beneficiari delle prestazioni erogate dal servizio veterinario convenzionato i cani e i gatti ospitati in strutture gestite da associazioni di volontariato; i cani di quartiere; i cani e i gatti impiegati nella pet-therapy; i gatti delle colonie feline. Inoltre, anche al fine di favorire l'adozione di animali randagi, viene stabilita la gratuità del primo intervento di soccorso veterinario, in caso di raccolta di animali vaganti."
"All'erogazione della prestazione veterinaria convenzionata provvedono le aziende sanitarie locali (ASL) competenti per territorio. Le Regioni definiscono gli obbiettivi di sanità e benessere animale e l'accesso alla convenzione con i medici veterinari liberi professionisti."