CORRIERE DELLE ALPI
21 DICEMBRE 2008
Caccia sospesa nelle riserve
BELLUNO. Comelico, Pieve di Cadore, Cortina: continua la sospensione della caccia nelle riserve dell’Alto Bellunese, in seguito al maltempo delle settimane scorse. Ieri, infatti, alla scadenza della disposizione d’emergenza emessa dalla Provincia di Belluno che aveva chiuso temporaneamente la caccia per la troppa neve, i presidenti delle riserve, in base alla delega concessagli da palazzo Piloni, hanno deciso di prorogare lo stop. Un’interruzione momentanea per venire in aiuto soprattutto ai caprioli, la specie degli ungulati più colpita dalle forti nevicate. L’eccezionalità meteorologica, infatti, aveva messo in serie difficoltà questi animali dalla stazza esile, incapaci di muoversi tra i metri di neve fresca. La polizia provinciale sta monitorando la situazione. «Attualmente non abbiamo segnalazioni di particolari stati di sofferenza», dice la guardia Franco De Bon, «anche se il capriolo, rispetto al camoscio o al cervo, è più delicato. Ha infatti bisogno di cibo più sostanzioso e nutriente per sopravvivere. Non può, tanto per capirsi, mangiare le erbe secche come fa il muflone». Sono stati comunque, momenti e giorni difficili per gli animali di montagna. [...] A San Vito di Cadore sono stati aperti ben 20 punti di alimentazione. E se i primi giorni la situazione era davvero drammatica, adesso, dopo le piogge e il freddo, la bianca coltre si è consolidata. In questo modo anche i caprioli potranno muoversi e cercare un salice o qualche altra pianta da cui trarre nutrimento.
21 DICEMBRE 2008
Caccia sospesa nelle riserve
BELLUNO. Comelico, Pieve di Cadore, Cortina: continua la sospensione della caccia nelle riserve dell’Alto Bellunese, in seguito al maltempo delle settimane scorse. Ieri, infatti, alla scadenza della disposizione d’emergenza emessa dalla Provincia di Belluno che aveva chiuso temporaneamente la caccia per la troppa neve, i presidenti delle riserve, in base alla delega concessagli da palazzo Piloni, hanno deciso di prorogare lo stop. Un’interruzione momentanea per venire in aiuto soprattutto ai caprioli, la specie degli ungulati più colpita dalle forti nevicate. L’eccezionalità meteorologica, infatti, aveva messo in serie difficoltà questi animali dalla stazza esile, incapaci di muoversi tra i metri di neve fresca. La polizia provinciale sta monitorando la situazione. «Attualmente non abbiamo segnalazioni di particolari stati di sofferenza», dice la guardia Franco De Bon, «anche se il capriolo, rispetto al camoscio o al cervo, è più delicato. Ha infatti bisogno di cibo più sostanzioso e nutriente per sopravvivere. Non può, tanto per capirsi, mangiare le erbe secche come fa il muflone». Sono stati comunque, momenti e giorni difficili per gli animali di montagna. [...] A San Vito di Cadore sono stati aperti ben 20 punti di alimentazione. E se i primi giorni la situazione era davvero drammatica, adesso, dopo le piogge e il freddo, la bianca coltre si è consolidata. In questo modo anche i caprioli potranno muoversi e cercare un salice o qualche altra pianta da cui trarre nutrimento.
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