ANMVI OGGI
21 APRILE 2009
Incitano alla violenza sui cani. E Facebook caccia il gruppo
OSCAR GRAZIOLI
Il mio giovane amico Claudio, Internetnauta esperto e appassionato, me l'aveva detto con il suo colorito linguaggio toscano. «Guarda Oscar, sta' lontano da Facebook. Gli è un vero e proprio troiaio» (con ogni riguardo per le meretrici). Devo ammettere che a mala pena so che cosa è Facebook. Pur non essendo decrepito, la mia generazione usava penna e calamaio alle elementari e cantava l'inno di Mameli quando entrava il maestro. Il computer ho dovuto imparare a usarlo per motivi professionali e direi anche per sopravvivere, perché ormai, per qualsiasi problematica si debba affrontare, la risposta è «Vada sul sito www.vattelapesca.com». E se uno non sa usare il pc? Beh, c'è sempre il tram cui attaccarsi.
Questa volta mi hanno avvertito che sul "troiaio" si è formato un gruppo chiamato "Picchiamo i cani". Sono andato a dare un'occhiata e ho chiesto consulenza al mio giovane amico. «Gli è un gruppo "fake", però belli stronzi lo sono davvero». Fake, vuol dire "fasullo, imbroglione", il che vuol dire che non fanno sul serio, per fortuna, però divertendosi, nella loro idiozia, coinvolgono persone molto inclini all'emulazione e incapaci spesso di distinguere la realtà dalla fantasia. La fotografia di una mazza da baseball accanto a un cucciolo e gli intendimenti del gruppo sono esplicativi «Signori miei, non se ne può più di quegli occhioni servili, sempre pronti a abbaiare di notte - salvo quando qualcuno sta svaligiando la casa - cagano sul tappeto, lasciano peli e bava dappertutto, e quando torni a casa stanco dopo 10 ore di lavoro sono sempre in mezzo alle palle, agitando la coda quasi a volerti provocare. È ora di ricordargli chi comanda! PICCHIAMO I CANI! Questo gruppo è rivolto a chi, per esasperazione, necessità o semplice piacere personale, ama PICCHIARE I CANI, condividiamo le nostre esperienze!». Il numero di iscritti al gruppo, quasi 600, i commenti e il nome di uno dei responsabili (Daniele Sticazzi) lasciano trapelare che si tratta di una provocazione. A parte gli spiritosetti che si divertono nei commenti, chi a fornire ricette di cane in salmì (ma non di piccola taglia perché è tutto ossa), chi a lamentarsi, perché dopo aver spaccato due costole al cane, il figlio l'ha obbligato a spendere 600 euro dal veterinario, c'è anche chi abbocca e afferma che effettivamente quel rompiballe che ha fatto pipì sul tappeto nuovo, appena moglie e figli sono fuori, si prende una legnata che gli blocca il pisello per un mese. Mentre scrivo (quindi ieri), l'amico Claudio mi avverte che il social network di Facebook, dopo una settimana di proteste, ha oscurato il gruppo di idioti, però esiste ancora la possibilità di rintracciarlo, per chi è "del mestiere". Facile fare gli imbecilli in Italia, dove il buonismo impera, meno facile sarebbe in America dove chi si iscrive a Facebook lo fa con il suo nome e cognome, quello vero, assumendosene le responsabilità. Facile fare gli idioti, caro Daniele Sticazzi. Prova a farlo con il tuo nome vero, offendendo Maometto, poi vedi che Sticazzi sono proprio tuoi.
(le notizie sono state prese da Il Gruppo Bairo Onlus)
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