sabato 9 aprile 2011

In queste notti è ricominciata la migrazione dei rospi (Bufo bufo) presso la strada vecchia che da Levico conduce a Pergine (sp. 228)


Dopo il loro letargo invernale, in concomitanza con l’arrivo della primavera, per loro inizia la stagione degli accoppiamenti. Verso l’inizio di marzo, infatti, i rospi si recano verso il lago di Levico, dove deporranno le loro uova. Dai boschi partono in molti, ma per raggiungere il lago devono attraversare la strada, che puntualmente ogni anno si trasforma in un cimitero di rospi schiacciati dalle macchine. Per salvarli ogni sera un gruppo di volontari muniti di giubbini fluorescenti, torcia e secchio, li aiuta ad attraversare la strada trasportandoli da una parte all’altra. Il percorso viene fatto in macchina, procedendo a passo d’uomo con le quattro frecce, oppure ancora meglio a piedi, perché si notano più facilmente. Il lavoro svolto dai volontari è di fondamentale importanza per loro, anche se purtroppo non si riesce a salvare tutti. Il numero dei volontari quest’anno, rispetto all’anno scorso, purtroppo è diminuito e alle volte è difficile trovare qualcuno che possa coprire tutti i turni. Ovviamente a risentirne sono i poveri rospi che purtroppo scendono da ogni parte sulla strada ed essendo pochi i volontari non possono coprirla tutta nello stesso tempo. Importante durante la serata è contare sia i rospi salvati, sia i rospi morti, perché i dati verranno poi riferiti alla Provincia, sperando che quest’ultima si renda conto che il problema è più grave di quanto si pensi.
Per evitare questa strage, l’anno scorso dal giorno 29 marzo fino alla fine della migrazione la strada è stata chiusa dalle ore 21.00 alle 6.00 permettendo così ai rospi di attraversarla tranquillamente ed autonomamente. Questa decisione, ha permesso di salvare numerose vite e non ha infierito sui passanti, visto la presenza della tangenziale poco distante dalla strada vecchia in questione. Inoltre grazie alle numerose lettere che sono state inviate dai sostenitori del progetto per il salvataggio dei rospi organizzato da Uava Tania Sartori, la Provincia ha fatto installare lungo il tratto di strada interessato due rospidotti, cioè dei sottopassaggi stradali per permettere ai rospi di passare la strada senza doverla attraversare. Per incanalare meglio i rospi nei rospidotti, sono anche stati montati dei teli, con però un difetto, in quanto invece che coprire tutto il tratto interessato, sono stati predisposti solo per alcuni metri dai rospidotti. In questo modo i rospi riescono sia a passarci sotto in alcuni punti, sia ad oltrepassarle percorrendole in lunghezza e finendo sulla strada. I rospi, quindi, lanciandosi dai muri, finiscono in qualsiasi punto della strada. Come è stato verificato, alla fine, non sono molti quelli che riescono davvero ad utilizzare il rospodotto. Questo fatto è stato segnalato alla Provincia e in risposta ha acconsentito ad aggiungere altre reti, ma purtroppo anche quest’ultime troppo corte. Dopo un controllo di noi volontari abbiamo persino trovato una parte del percorso delle reti predisposto male, in quanto i rospi invece che venire incanalati verso il rospodotto, arrivavano in strada. Siamo stati noi a modificarlo per permettere ai rospi di prendere la giusta via.
Purtroppo quest’anno la richiesta per chiudere la strada è stata respinta. A questo punto viene da porsi una domanda: ma le istituzioni non dovrebbero proteggere la natura e tutelare l’incolumità dei cittadini? La Provincia sembra proprio non essere interessata a salvare questi poveri animaletti, ma dovrebbe rientrare nei loro interessi, in quanto la presenza dei corpi rende la strada scivolosa e quindi pericolosa per gli automobilisti. Oltre a ciò, c’è stata una sua promessa non portata a termine. In questi giorni, infatti, il flusso di rospi sta andando dal lago verso il bosco. I rospi hanno bisogno anche in questo caso di essere incanalati verso i rospidotti, quindi le reti dovevano essere spostate dal lato opposto della strada, compito che doveva spettare alla Provincia. Le reti però, sono rimaste al loro posto e i rospi ovviamente arrivavano direttamente in strada senza utilizzare il giusto passaggio e una volta attraversata trovavano le reti come barriera. Ancora una volta sono dovuti intervenire i volontari che hanno almeno tolto le reti per facilitare il rientro dei rospi nel bosco. A questa promessa mancata si è aggiunta anche la maleducazione di alcune persone che hanno ostruito il passaggio dei rospidotti con dei rifiuti.
Purtroppo quest’anno il numero di rospi è diminuito. Se l’anno scorso venivano salvati a sera più di 100 rospi, quest’anno è difficile riuscire a superare la sessantina. Se la strada fosse stata chiusa anche quest’anno nessun rospo avrebbe rischiato la vita. L’ignoranza di molte persone, purtroppo porta troppo spesso a queste situazioni. Forse non tutti sanno che salvare i rospi è importante non solo perché come essere viventi hanno tutto il diritto di vivere su questo pianeta, ma anche perché sono importanti indicatori biologici della qualità dell’ambiente e sicuramente una diminuzione del loro numero non è un buon segno. Se in più l’uomo ci mette del suo per diminuirne il numero, si arriverà ben presto ad avere pochi esemplari. I rospi, come moltissimi altri animali, fanno parte del nostro patrimonio naturale, per questo le istituzioni dovrebbero tutelarli come meritano, ma purtroppo questo non avviene.

Avendo partecipato come volontaria quasi tutte le sere, credo che non esistano parole per descrivere le emozioni che si provano nel salvare questi splendidi animali. Per capirlo bisogna essere presenti di persona. Ognuno di loro è unico per i colori, l’espressione degli occhi e il carattere: alcuni sono più timidi e si lasciano maneggiare più facilmente, mentre alcuni, i più coraggiosi, cercano saltellando di sfuggire. Le femmine sono più grandi e mentre scendono verso il lago trasportano i maschietti, più piccoli e “chiacchieroni” sul loro dorso andando incontro insieme al loro destino. Uno spettacolo veramente unico. La parte più bella del salvataggio però è sicuramente il momento della liberazione. Molto delicatamente si fanno uscire i rospi dal secchio restituendoli alla loro libertà, al loro mondo selvatico. Alle volte però, alcuni sembrano non voler lasciare le nostre mani, quasi come se ci volessero ringraziare, ma in realtà siamo noi a doverli ringraziare perché ci hanno permesso di entrare nel loro “mondo”. Poi piano piano si avviano verso il bosco, pronti a riprendere la loro vita.
Nei prossimi giorni per chi dovesse trovarsi nei pressi di Levico o Pergine consiglio di percorrere la tangenziale, così da evitare di schiacciare qualche rospetto ritardatario. Se invece dovete per forza percorre quella strada procedete con cautela e se un rospo dovesse attraversarvi la strada fermatevi e spostatelo. Anche se fosse per uno solo, è sempre una vita preziosa che deve essere salvata. Per il prossimo anno ci auguriamo che la strada in questo periodo venga chiusa, altrimenti sarete tutti invitati a partecipare alle serate di volontariato per salvare i rospi.


Valentina Perina

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