"Spero di poter far capire alla gente quanto gli animali siano indifesi, dipendenti da noi e fiduciosi. Gli animali sono un nostro obbligo, una responsabilità che non possiamo negare, ne violare esercitando la crudeltà" James Herriot
domenica 31 maggio 2009
In provincia di Vicenza iniziative da imitare
venerdì 22 maggio 2009
Strage di ungulati: abbassate la velocità!
mercoledì 20 maggio 2009
venerdì 15 maggio 2009
Pastori maltrattano un cane. Condannati a pagare 2000 euro a testa
Animalieanimali
15 MAGGIO 2009
BASTARDINO MALTRATTATO DIVENTA CIECO E MUORE, PADRE E FIGLIO INDAGATI
In provincia di Trento
Maltrattato, forse picchiato e poi legato ad una catena lunga poco più di un metro fissata ad un abete.
Non è la prima volta che accade, sono numerosi i casi di maltrattamenti di animali che finiscono sul tavolo della Procura, ma questa volta neppure il tempestivo intervento dell’associazione «Animalmente» e poi dei veterinari dell’Azienda sanitaria sono bastati a salvare la vita ad un meticcio. Quando sono intervenuti lo hanno trovato malato, cieco, aveva gli occhi che sanguinavano. Il dottor Mario Bianchini insieme ad un collega del servizio veterinario ha tentato di salvare l’animale, ma purtroppo non c’è stato niente da fare e i due veterinari sono stati costretti ad abbatterlo.
Una fine tragica per il cane che per anni aveva servito e seguito i suoi padroni, due pastori, padre e figlio di 51 e 21 anni, che avevano portato il loro gregge al pascolo sul Monte Bondone e in cambio avrebbe ricevuto botte e maltrattamenti. I due pastori, di Riva, sono stati così indagati per maltrattamento di animali e ora la Procura ha chiesto al gip MarcoLa Ganga un decreto penale di condanna di duemila euro a testa. La denuncia contro i due pastori risale all’ottobre scorso. A puntare il dito contro i due ci sarebbe anche un pastore romeno che avrebbe spiegato di essere intervenuto in difesa dell’animale e di aver detto più volte ai due che il cane non stava bene, ma loro non avrebbero mai preso provvedimenti.
Abbiamo incontrato l'associazione cacciatori
L’incontro è stato all’insegna della collaborazione.
Non condividiamo i metodi dei cacciatori nel controllo della fauna selvatica, ma siamo costretti a rispettare quanto stabilito dalla vigente legislazione e, fino a quando la caccia sarà ritenuta legale, noi proveremo a stabilire un dialogo costruttivo. L’incontro, da noi richiesto, partiva dalla necessità di affrontare alcune problematiche specifiche che coinvolgono anche il mondo dei cacciatori:
spargimento di bocconi avvelenati
modifica delle condizioni di detenzione dei cani da caccia
abbandono di cani non validi per l’attività venatoria
segnalazione e recupero di animali randagi in aree boschive
contrasto alla pratica del bracconaggio
Riguardo allo spargimento dei bocconi avvelenati, siamo consapevoli che non sono solo i cacciatori ad attuare questa infame pratica, ma è indubbia la presenza di soggetti che utilizzano le esche avvelenate anche tra loro. Quello che chiediamo è che i membri dell’associazione si attivino nella segnalazione tempestiva e nella bonifica delle aree interessate dal fenomeno, quindi nell’isolare ed eventualmente denunciare quanti tra i loro colleghi sono coinvolti.
Nell’attività della caccia i cani sono compagni indispensabili; proprio per questo motivo si chiede che vengano rispettati e trattati in modo degno, secondo le regole dettate dalla legislazione. Per questo, abbiamo chiesto la collaborazione dei cacciatori nel contrasto alla maltenuta e al maltrattamento dei cani da caccia, assieme all’offerta, da parte nostra, di occuparci del ricollocamento dei cani che si dimostrano non idonei all’attività venatoria che, ancora oggi, spesso vengono abbandonati in montagna o uccisi.
La legge prevede che i cani randagi o vaganti debbano essere catturati e ospitati in strutture idonee; purtroppo spesso i cani lasciati liberi dai proprietari nei boschi, si perdono, nella maggiore parte dei casi questi cani spariscono per sempre; dietro queste sparizioni può esserci la mano di qualche cacciatore zelante che ritiene ancora di dover abbattere i randagi, oppure la semplice perdita della traccia da parte del cane. In entrambi i casi una sensibilizzazione nel settore cacciatori, affinché segnalino alle forze dell’ordine la presenza di cani vaganti o, meglio, li catturino loro stessi consegnandoli agli addetti, può aiutare a recuperare animali smarriti e salvaguardare la fauna selvatica
Ed infine l’argomento bracconaggio, pratica antica quanto la caccia e ancora molto radicata in diverse aree del trentino. Ai cacciatori si chiede di contrastare tale pratica, di isolare e denunciare i colleghi sleali che praticano il bracconaggio: cacciando fuori dai periodi consentiti, utilizzando sistemi vietati quali archetti, tagliole, reti per uccellagione ecc.
Il presidente dell’associazione si è dimostrato disponibile e già impegnato riguardo il contrasto al bracconaggio. Relativamente ai cani detenuti per la caccia, ha evidenziato come stia cambiando la mentalità e come sia incentivata dall’associazione stessa la pratica dell’addestramento e della selezione degli esemplari. Disponibilità è stata offerta per quanto riguarda gli animali vaganti, evidenziando comunque come spesso non si sappia a chi rivolgersi o chi di dovere non sia disponibile o reperibile.
Ora speriamo che si mantenga il rapporto e che i fatti supportino le parole.
Laura Srefancich, Vicepresidente OIPA Sez. Trento e Provincia
La prossima settimana su Report trasmissione di rai3
Buona visione,
la Redazione di SSNV
Avvelenamenti di gatti per allontanarli dagli orti seminati
mercoledì 13 maggio 2009
Gatti avvelenati a Cinte Tesino
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